sabato 24 novembre 2012

Nel pomeriggio le tradizionali visite di cortesia ai nuovi porporati. Nelle sale del Palazzo Apostolico vescovi, cardinali e fedeli non solo filippini, indiani e libanesi

Alla fine c'è stato anche l'incontro più atteso, almeno stando ai 'boatos' vaticani: quello tra il neo-cardinale James Micheal Harvey, prefetto emerito della Casa Pontificia, e il segretario personale del Papa, mons. Georg Gaenswein, che alcune voci indicano come il successore del presule statunitense. Il cambio di guardia, in realtà, non è scontato, la casella del responsabile delle udienze pontifice resta scoperta, né è verosimile che il Papa si privi della collaborazione di 'don Georg'. Nelle due sale del Palazzo Apostolico nelle quali i sei cardinali creati oggi dal Papa in un Concistoro, tuttavia, l'incontro tra i due uomini ha suscitato l'interesse dei curiosi nonché qualche fotografia con apparecchi fotografici e cellulari. Alle tradizionali visite di cortesia pomeridiane che seguono ogni Concistoro, due ore durante le quali famigliari, amici, fedeli, cittadini romani, turisti e semplici curiosi possono entrare nella 'casa del Papa' per salutare i nuovi porporati, la vera protagonista, però, è stata proprio la folla. Il flusso di persone salito alla prima loggia è stato copioso nonostante, a differenza dei Concistori passati, il Papa abbia imposto la berretta cardinalizia stamane a soli sei presuli. Tra di essi nessun italiano e nessun europeo. Una scelta voluta dal Papa per allargare al cosiddetto Terzo Mondo il Collegio cardinalizio che ha prodotto l'afflusso di migliaia di fedeli di etnie e nazionalità disparate nei saloni affrescati del Palazzo Apostolico, nel cortile di San Damaso solitamente silenzioso e lungo gli affollati corridoi del colonnato berniniano.
Nella sala Regia una festante folla di indiani ha fatto la fila per una benedizione e una foto con il neo-cardinale Baselios Cleemis Thottunkal. Per James Harvey, l'unico curiale dei neo-porporati, in fila c'erano vescovi, conoscenti e molti seminaristi statunitensi. A pochi metri una calca di persone attendeva il turno per salutare il patriarca libanese Bechera Boutros Rai. Per lui, circondato da guardie svizzere e sacerdoti dal portamento di bodyguard, sono giunti a Roma dal Paese dei Cedri, il presidente Sleiman, ministri, deputati, businessman, esponenti di tutte le maggiori forze politiche del paese, compreso un esponente di Hezbollah. Ancora folla nell'adiacente Sala Ducale. Una interminabile fila di filippini ha salutato il neo-cardinale Luis Antonio Tagle, l'unico seduto dei porporati forse a causa delle innumerevoli strette di mano. A salutare il colombiano Ruben Salazar Gomez molti fedeli, sacerdoti, suore ma anche donne eleganti e uomini in completo scuro provenienti dal suo paese. Più variopinta la folla di persone che hanno salutato l'arcivescovo nigeriano Abuja John Olorunfemi Onaiyekan, che, con fare gioviale non ha negato a nessuno un saluto, una risata ed ha anche 'battuto cinque' con un bambino del suo paese. Tra la folla che per dure ore ha riempito i due saloni, sono passati a salutare il segretario personale del Papa, don Georg, il cardinale segretario di Stato Tarcisio Bertone, il decano del Collegio cardinalizio Angelo Sodano ed altri cardinali come Vegliò, De Giorgi e Law.

TMNews