sabato 24 novembre 2012

'Eminenza, posso chiederle un autografo?': il filone particolare del collezionismo delle firme degli autografi. Ciascuno ha la sua ragione per la quale la desidera, tutti l’emozione e l’onore di poter salutare questi ministri di Cristo

La domanda è quasi sempre la stessa. Varia invece l’espressione sul volto dell’eminentissimo interlocutore, non di rado assai sorpreso, ma che di solito accondiscende alla richiesta di un autografo accogliendola con un sorriso. Quello delle firme dei cardinali di Santa Romana Chiesa è un filone particolarissimo del collezionismo. Alla croce (che indica la dignità episcopale, ma che nelle firme dei cardinali non sempre viene apposta) segue il nome del porporato, poi l’abbreviazione “card.” e il suo cognome, e talvolta in calce l’incarico ricoperto, come pure il luogo e la data dove ha rilasciato l’autografo, che lo rendono testimonianza di un preciso momento storico e di un incontro. L’autografo può essere inoltre accompagnato da una dedica o da un pensiero, come ad esempio: “Benedicendo di cuore”, “Che la Madonna ti tenga sempre sotto il suo manto”, “Con immensi auguri per la tua vita”, “Sempre in ascolto della parola di Dio, nella storia concreta”. La moda non è nuova di certo: su internet affiorano dagli archivi immagini di un giovane card. Wojtyla che firma una sua foto appoggiandola sulla spalla di un ragazzo. Ma si scoprono pure fotografie siglate dall’allora arcivescovo di Milano card. Montini, mentre alcuni siti specializzati presentano gli autografi di numerosi porporati vissuti anche vari decenni addietro. I cardinali provengono da ogni parte del mondo. Alcuni sono curiali: capi-dicastero in Vaticano, o con incarichi nella Curia romana; sono oltre 70 quelli che operano e risiedono a Roma, o che in essa si sono ritirati. Altri sono arcivescovi residenziali, cioè pastori di diocesi di grandi dimensioni, o di particolare importanza storica o simbolica. Un ristretto numero sono infine presuli o ecclesiastici anziani, premiati con la porpora per la loro dedizione. I cardinali svolgono quindi differenti compiti a servizio della Santa Sede nei cinque continenti, riflettendo l’universalità della Chiesa. Specie quando si trovano insieme e indossano la porpora, i cardinali esercitano un fascino del tutto peculiare, che richiama la loro disponibilità all’effusione del sangue per la causa di Cristo. Anni fa la Libreria Editrice Vaticana ha pubblicato due raffinati volumi del fotografo polacco Grzegorz Galazka interamente dedicati al Collegio cardinalizio, con i ritratti fotografici di tutti i suoi membri: "Cardinali del Terzo Millennio" (1996), prima opera di questo genere mai realizzata, e "Giovanni Paolo II e i suoi cardinali" (2001). Vero momento magico per i “cacciatori” d’autografi, sia italiani che stranieri, sono i giorni del concistoro, che riservano la possibilità d’incontrare cardinali “vecchi” e “nuovi” giunti per l’occasione a Roma, attorno al sepolcro dell’apostolo Pietro. Stavolta non si è tenuta la Giornata di preghiera e riflessione del Santo Padre con il Collegio cardinalizio prima del Concistoro, che calamitava i collezionisti nella piazza del Sant’Uffizio e nelle zone adiacenti, tra San Pietro e i Borghi, ove attendevano l’arrivo o l’allontanarsi dei cardinali. Oggi e domani, tra cerimonie e visite di cortesia, non mancheranno però opportunità per avvicinarli. Varia è la tipologia dei cercatori d’autografi. Ci sono i richiedenti “estemporanei”, che si fanno autografare il libretto della cerimonia come ricordo dell’evento al quale hanno preso parte, e ci sono i “seriali”, che sottopongono il cardinale alla firma di tutto un blocco di cartoline o di buste con specifica intestazione realizzate per la circostanza, magari immettendole poi nel mercato del collezionismo. Ci sono i collezionisti “fotografici”, che reggono sottobraccio cartelle suddivise per lettere alfabetiche, e da ciascuna estraggono di volta in volta le foto dei cardinali che incrociano per fargliele firmare. E ci sono i collezionisti “puri”, che chiedono gli autografi su semplici fogli bianchi, conservandoli gelosamente in appositi album nei quali si delinea, nel fluire degli anni e con l’avvicendarsi dei pastori, il volto di una Chiesa che affronta sfide e travalica i decenni. Ciascuno ha la sua ragione per la quale desidera un autografo cardinalizio, tutti l’emozione e l’onore di poter salutare questi ministri di Cristo, questi principi della Chiesa, portando con sé un prezioso ricordo di quell’incontro, soprattutto se firmato... Parola di collezionista!

Luca Caruso, Korazym.org