lunedì 18 gennaio 2010
Padre Gargano: nella visita del Papa alla Sinagoga di Roma si è toccato con mano lo sviluppo e l'intensità dei rapporti tra cattolici ed ebrei
La proposta di “istituzionalizzare” la visita dei Papi alla Sinagoga di Roma subito dopo il loro insediamento sulla cattedra di Pietro come “segno di attenzione verso i fratelli maggiori”. A lanciarla è padre Innocenzo Gargano, priore del monastero di San Gregorio al Celio, grande esperto di ebraismo nonché ispiratore dei Colloqui ebraico-cristiani di Camaldoli. Era tra gli ospiti ieri alla Sinagoga di Roma. “Si è toccato con mano – racconta in un’intervista all'agenzia SIR – che oramai c’è uno sviluppo ed una intensità di rapporti. Si può davvero dire che i sogni di 40 anni fa, sono diventati realtà e che i rapporti tra di noi si stanno sciogliendo sempre di più. Quello che mi auguro è che questa visita sia una visita scontata e che ogni Papa che si insedia sulla cattedra di Roma, tenga conto della presenza dei fratelli maggiori e che la prima visita dopo il suo insediamento come vescovo di Roma, sia una visita di cortesia, di attenzione e delicatezza verso i fratelli ebrei, recandosi in Sinagoga. Come qualcosa che fiorisce spontaneo”. Il primo fu nel 1986 Giovanni Paolo II. “Sì – commenta padre Gargano -. Ma questi 24 anni sono sembrati troppo lunghi”. Come proseguirà il dialogo? “Si approfondirà. Da oggi il solco dell’amicizia tra noi è molto più profondo. La confidenza crescerà, la verità crescerà e finalmente dialogheremo sempre più come fratelli che si vogliono bene”.