lunedì 8 febbraio 2010

Il Papa: la Chiesa non mancherà di condannare gli abusi di alcuni suoi membri sui minori. La famiglia l'aiuto più grande da offrire ai bambini

La Chiesa ''non manca e non mancherà di deplorare e di condannare'' i sacerdoti e i religiosi che violano i diritti dei bambini: nel discorso rivolto questa mattina ai membri del Pontificio consiglio per la famiglia, Papa Benedetto XVI è tornato a condannare gli abusi sessuali sui minori commessi dagli uomini di Chiesa. ''La Chiesa, lungo i secoli, sull'esempio di Cristo, ha promosso la tutela della dignità e dei diritti dei minori e, in molti modi, si è presa cura di essi'', ha detto il Pontefice, aggiungendo però che, ''purtroppo, in diversi casi, alcuni dei suoi membri, agendo in contrasto con questo impegno, hanno violato tali diritti: un comportamento - ha sottolineato Papa Ratzinger - che la Chiesa non manca e non mancherà di deplorare e di condannare''. Per il Pontefice, ''la tenerezza e l'insegnamento di Gesù, che considerò i bambini un modello da imitare per entrare nel regno di Dio, hanno sempre costituito un appello pressante a nutrire nei loro confronti profondo rispetto e premura'', mentre ''le dure parole di Gesu' contro chi scandalizza uno di questi piccoli impegnano tutti a non abbassare mai il livello di tale rispetto e amore''. Il Papa ha quindi ricordato come la Convenzione sui diritti dell'infanzia sia stata accolta ''con favore'' dalla Santa Sede, ''in quanto contiene enunciati positivi circa l'adozione, le cure sanitarie, l'educazione, la tutela dei disabili e la protezione dei piccoli contro la violenza, l'abbandono e lo sfruttamento sessuale e lavorativo''. La famiglia ''fondata sul matrimonio tra uomo e donna'' è ''l'aiuto più grande che si possa offrire ai bambini'' ed è per questo che ogni deviazione e rottura da questo modello, e, ''in particolare, la separazione con il divorzio non sono senza conseguenze'' per loro. I bambini, ha ricordato il Pontefice, ''vogliono essere amati da una madre e da un padre che si amano, ed hanno bisogno di abitare, crescere e vivere insieme con ambedue i genitori, perchè le figure materna e paterna sono complementari nell'educazione dei figli e nella costruzione della loro personalità e della loro identità''. ''E' importante - ha aggiunto - che si faccia tutto il possibile per farli crescere in una famiglia unita e stabile'' e, ''a tal fine, occorre esortare i coniugi a non perdere mai di vista le ragioni profonde e la sacramentalità del loro patto coniugale e a rinsaldarlo con l'ascolto della Parola di Dio, la preghiera, il dialogo costante, l'accoglienza reciproca ed il perdono vicendevole''. Invece, ha detto ancora Papa Ratzinger, ''un ambiente familiare non sereno, la divisione della coppia dei genitori, e, in particolare, la separazione con il divorzio non sono senza conseguenze per i bambini, mentre sostenere la famiglia e promuovere il suo vero bene, i suoi diritti, la sua unità e stabilità è il modo migliore per tutelare i diritti e le autentiche esigenze dei minori''. E’ vista in tale prospettiva la preparazione da parte del Pontificio consiglio di un Vademecum per la preparazione al matrimonio. Tale preparazione, come scriveva già Giovanni Paolo II nella "Familiaris Consortio", “comporta tre principali momenti: uno remoto, uno prossimo e uno immediato”. “La preparazione remota - ha detto in proposito Benedetto XVI - riguarda i bambini, gli adolescenti e i giovani. Essa coinvolge la famiglia, la parrocchia e la scuola, luoghi nei quali si viene educati a comprendere la vita come vocazione all’amore, che si specifica, poi, nelle modalità del matrimonio e della verginità per il Regno dei Cieli. In questa tappa, inoltre, dovrà progressivamente emergere il significato della sessualità come capacità di relazione e positiva energia da integrare nell’amore autentico. La preparazione prossima - ha aggiunto - riguarda i fidanzati e dovrebbe configurarsi come un itinerario di fede e di vita cristiana, che conduca ad una conoscenza approfondita del mistero di Cristo e della Chiesa, dei significati di grazia e di responsabilità del matrimonio". "La durata e le modalità di attuazione saranno necessariamente diverse secondo le situazioni, le possibilità e i bisogni. Ma è auspicabile che si offra un percorso di catechesi e di esperienze vissute nella comunità cristiana, che preveda gli interventi del sacerdote e di vari esperti, come pure la presenza di animatori, l’accompagnamento di qualche coppia esemplare di sposi cristiani, il dialogo di coppia e di gruppo e un clima di amicizia e di preghiera. Occorre, inoltre, porre particolare cura perché in tale occasione i fidanzati ravvivino il proprio rapporto personale con il Signore Gesù”. “La preparazione immediata - ha concluso - ha luogo in prossimità del matrimonio. Oltre all’esame dei fidanzati, previsto dal Diritto Canonico, essa potrebbe comprendere una catechesi sul Rito del matrimonio e sul suo significato, il ritiro spirituale e la cura affinché la celebrazione del matrimonio sia percepita dai fedeli e particolarmente da quanti vi si preparano, come un dono per tutta la Chiesa, un dono che contribuisce alla sua crescita spirituale. E’ bene, inoltre, che i Vescovi promuovano lo scambio delle esperienze più significative, offrano stimoli per un serio impegno pastorale in questo importante settore e mostrino particolare attenzione perché la vocazione dei coniugi diventi una ricchezza per l’intera comunità cristiana e, specialmente nel contesto attuale, una testimonianza missionaria e profetica”.

Asca, AsiaNews