"Sono stato profondamente colpito dal fatto che sabato nel caos formatosi all'ingresso dello stadio sono morte due ragazze. Ho pregato e prego per loro. Purtroppo una non è stata ancora identificata. Il cardinal Bertone e monsignor Filoni hanno potuto visitare la mamma dell'altra ragazza: una donna vedova, coraggiosa, con cinque figli. La ragazza deceduta era la maggiore ed era una catechista. E noi tutti preghiamo e speriamo che in futuro le cose possano essere organizzate in modo che questo non succeda più". Lo ha detto Benedetto XVI sull'aereo che lo riportava da Luanda a Roma. Il Papa ha poi confidato ai giornalisti di essersi emozionato moltissimo al Centro card. Leger dove sono accolti i malati, anche di Aids, a Yaoundè in Camerun. "Mi ha toccato il cuore", ha ammesso, "vedere qui il mondo delle sofferenze molteplici, tutta la sofferenza, la tristezza, la povertà dell'esistenza umana, ma anche vedere come Stato e Chiesa collaborano per aiutare i sofferenti. Da una parte lo Stato gestisce in modo esemplare questo grande Centro; dall'altra, movimenti ecclesiali e realtà della Chiesa collaborano per aiutare realmente queste persone. E si vede, mi sembra, che l'uomo aiutando il sofferente diventa più uomo, il mondo diventa piu' umano: questo rimane iscritto nella mia memoria". Ha quindi aggiunto: "Cari amici, mi sono rimaste nella memoria soprattutto due impressioni: da una parte l'impressione di questa cordialità quasi esuberante, di questa gioia, di un'Africa in festa, e mi sembra che nel Papa hanno visto, diciamo, la personificazione del fatto che siamo figli e famiglia di Dio. E così la presenza del Papa ha aiutato a sentire questo. E dall'altra parte mi ha fatto grande impressione lo spirito di raccoglimento nelle liturgie, il forte senso del sacro".
Le parole del Papa in volo verso Roma
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