Il tema del nuovo presidente dello Ior, a sei mesi dalla brusca uscita di scena di Ettore Gotti Tedeschi (nella foto con Benedetto XVI) nel maggio scorso, tornerà sul tavolo del board dell'Istituto dI Opere di Religione domani. Il 6 dicembre, tra le mura del torrione Niccolo V, si riuniranno infatti i membri laici del Consiglio dell'Istituto, fortemente avviato sul binario della trasparenza con un impegnativo percorso di adeguamento alla normativa internazionale anti-riciclaggio. Ma il nome del nuovo banchiere che guiderà l'istituto traghettandolo, si auspica in Vaticano, verso l'ambito traguardo dell'inserimento nella white list europea, non è destinato ad emergere dalla riunione di domani. Sul nome del prossimo presidente, infatti, è ancora stallo.
"La riunione non eleggerà il nuovo presidente dello Ior'"spiegano fonti vaticane qualificate, "tutt'al più potrà essere affrontata definitivamente l'uscita di scena di Gotti Tedeschi". Il Vaticano è infatti ancora alla ricerca di quella figura di "statura internazionale", di "professionalità ed esperienza universalmente riconosciuti" per la quale guarda soprattutto all'estero che andrà comunque, presto o tardi, a sostituire l'attuale presidente ad interim, il tedesco Ronaldo Hermann Schmitz, l'uomo di provenienza Deutsche Bank che dal 24 maggio scorso ha assunto le deleghe dell'appena sfiduciato Gotti Tedeschi. Il momento, per lo Ior, è delicato più che mai e il Vaticano vuole prendersi tutto il tempo per una scelta ponderata in grado di riportare buona fama al suo istituto. Ad incontrarsi nella riunione di giovedi' saranno i membri del Consiglio di sovrintendeza dell'istituto. Ne fanno parte oltre a Schmitz, l'americano Carl Anderson, leader dei Cavalieri di Colombo, lo spagnolo Manuel Soto Serrano, del Banco Santander, e il notaio torinese Antonio Maria Marocco.
Anche se il Vaticano non ha ancora individuato il nome giusto per la presidenza, un candidato naturale è sembrato proprio Anderson che si è messo in luce soprattutto come firmatario del durissimo 'j'accuse' contro Gotti Tedeschi mentre il suo nome potrebbe favorire d'altra parte favorire una scelta interna da molti caldeggiata. Sempre seguendo il criterio interno, qualcuno ha sostenuto anche il nome del notaio Marocco. Tramontati definitivamente, invece, quasi come dei 'ballon d'essai', i nomi circolati nel solito toto-nomine, come quelli dell'ex capo della Bundesbank Hans Tietmeyer, oppure di Antonio Fazio, del presidente Abi Giuseppe Mussari e di Cesare Geronzi.
Quest'ultimo ha affrontato lui stesso l'argomento di una sua presunta candidatura allo Ior, allontanandola, durante la puntata de "L'Infedele" di lunedì sera su La 7. "Mai nella vita" farebbe il presidente Ior, ha detto Geronzi. "Qualcuno - ha aggiunto - che mi ha chiesto consiglio gliel'ho dato: è giunto forse il momento che ci sia una cesura un pochino più approfondita tra il Vaticano e l'Italia. Là ci vuole un presidente straniero, foresto come direbbe Cuccia. Nessuno me lo chiederà".
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