martedì 28 settembre 2010

32 anni fa la morte di Giovanni Paolo I. Il Papa: mite e fermo, fedele alla tradizione e aperto al rinnovamento, sempre disponibile al sorriso

Trentandue anni fa, il 28 settembre 1978, si spegneva Papa Albino Luciani (nella foto con Benedetto XVI), dopo appena 33 giorni di Pontificato: aveva 65 anni. Un tempo brevissimo ma intenso che gli è valso l’affetto della gente, di credenti e non credenti. Benedetto XVI lo ha definito più volte come un uomo “dolce e mite” e nello stesso tempo “forte nella fede, fermo nei principi, ma sempre disponibile all’accoglienza e al sorriso”. “Fedele alla tradizione e aperto al rinnovamento”: così Benedetto XVI ricorda Giovanni Paolo I. “Da sacerdote, da vescovo e da Papa – sottolinea - fu instancabile nell’attività pastorale, stimolando costantemente clero e laicato a perseguire, nei vari campi dell’apostolato, l’unico e comune ideale della santità. Maestro di verità e catecheta appassionato, a tutti i credenti ricordava, con l’affascinante semplicità che gli era solita, l’impegno e la gioia dell’evangelizzazione, sottolineando la bellezza dell’amore cristiano, unica forza in grado di sconfiggere la violenza e costruire un’umanità più fraterna”. Ma è l’umiltà, afferma Benedetto XVI, la caratteristica principale di Giovanni Paolo I. “Humilitas”, in effetti, era il suo motto episcopale, una “parola che sintetizza l’essenziale della vita cristiana e indica l’indispensabile virtù di chi, nella Chiesa, è chiamato al servizio dell’autorità”: “In una delle quattro Udienze generali tenute durante il suo brevissimo pontificato disse tra l’altro, con quel tono familiare che lo contraddistingueva: ‘Mi limito a raccomandare una virtù, tanto cara al Signore: ha detto: imparate da me che sono mite e umile di cuore … Anche se avete fatto delle grandi cose, dite: siamo servi inutili’. E osservò: ‘Invece la tendenza, in noi tutti, è piuttosto al contrario: mettersi in mostra’. L’umiltà può essere considerata il suo testamento spirituale. Grazie proprio a questa sua virtù, bastarono 33 giorni perché Papa Luciani entrasse nel cuore della gente” (Angelus, 28 settembre 2008).
Uno dei passi del Vangelo preferiti da Giovanni Paolo I era l’appello di Gesù: “se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli”.
“‘Dobbiamo sentirci piccoli davanti a Dio’, disse in quella medesima Udienza. E aggiunse: ‘Non mi vergogno di sentirmi come un bambino davanti alla mamma: si crede alla mamma, io credo al Signore, a quello che Egli mi ha rivelato’. Queste parole mostrano tutto lo spessore della sua fede. Mentre ringraziamo Dio per averlo donato alla Chiesa e al mondo, facciamo tesoro del suo esempio, impegnandoci a coltivare la sua stessa umiltà, che lo rese capace di parlare a tutti, specialmente ai piccoli e ai cosiddetti lontani” (Angelus, 28 settembre 2008).
Benedetto XVI ricorda infine la devozione che Albino Luciani nutriva verso la Madonna: “Quando era Patriarca di Venezia ebbe a scrivere: ‘È impossibile concepire la nostra vita, la vita della Chiesa, senza il rosario, le feste mariane, i santuari mariani e le immagini della Madonna’. E’ bello accogliere questo suo invito e trovare, come egli fece, nell’umile affidamento a Maria il segreto di una quotidiana serenità e di un fattivo impegno per la pace nel mondo” [Parole al termine della proiezione del film "Papa Luciani: il sorriso di Dio" (8 ottobre 2006)].

Radio Vaticana