martedì 19 ottobre 2010

In preparazione le Proposizioni finali. Una delegazione di Padri sinodali in Campidoglio per un convegno sulla testimonianza a servizio della pace

Lavori a porte chiuse, oggi, al Sinodo dei vescovi per il Medio Oriente, in corso in Vaticano sul tema della “comunione e testimonianza”. In programma, la preparazione delle Proposizioni finali. Intanto, stamani una delegazione del Sinodo è intervenuta in Campidoglio al convegno intitolato “Medio Oriente. La testimonianza cristiana al servizio della pace”, promosso dal Comune di Roma, insieme alla Fraternità di Comunione e Liberazione e alla Radio Vaticana. La pace in Medio Oriente è la grande speranza per tutti i popoli del mondo. Questo, in sintesi, il "filo rosso" che lega tutti gli interventi pronunciati in Campidoglio. E pace è la parola invocata a più voci, così come l’importanza della presenza cristiana nella regione mediorientale. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno:“I valori del cristianesimo possono essere inevitabilmente la medicina migliore per fare in modo che nel risolvere il conflitto, nel creare la pace e la giustizia non ci sia il fardello di tensioni, di rabbie, di rancori, di inimicizie che nascono dall’odio accumulato in tanti anni”. Gli fa eco il segretario generale del Sinodo, mons. Nikola Eterović, il quale ricorda che la pace è un dono di Dio e che ogni membro della Chiesa è chiamato a seguire la propria vocazione, ossia ad essere costruttore di pace: “Tale vocazione ha pure un’importante dimensione sociale che potrebbe rompere il circolo vizioso della violenza, della vendetta e dell’odio e preparare il cuore alla ricerca di una pace autentica nella riconciliazione e nella giustizia”. “I cristiani hanno bisogno di sentire la solidarietà di tutte le Chiese e di far conoscere la loro reale situazione. Come comunicatori siamo, pertanto, chiamati a sostenere il loro impegno per la convivenza, la tolleranza ed il dialogo”, ha detto invece padre Federico Lombardi, direttore della Radio Vaticana e portavoce vaticano. “Occorre solidarizzare per portare avanti una riflessione su qual è il vero posto, in Medio Oriente, dell’esercizio della libertà religiosa e della cittadinanza, in vista della costruzione di una società civile più giusta in cui vivere”. Padre Lombardi si è detto colpito “dalla vitalità, dalla speranza, dall’ottimismo” mostrato dai Padri sinodali nei loro interventi. “I cristiani del Medio Oriente sono forti, vivi e dignitosi e guardano avanti con fiducia. Quello che ci inviano è un grande messaggio – ha concluso – e ci incoraggiano nel proseguire l’impegno assunto nei confronti del dialogo”. All’incontro ha portato la sua testimonianza anche padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa: “Le chiese cristiane non sono ripiegate su se stesse, ma sono, nonostante le difficoltà, impegnate a portare la loro testimonianza nel campo dell’istruzione, della sanità, dell’assistenza. Siamo piccoli – ha aggiunto – ma radicati e convinti, vicini agli altri, alla maggioranza, con cui facciamo i conti in positivo. In Terra Santa, dove vivo, non ci sono ostilità reciproche, certo ci sono anche esperienze di dolore, ma vanno di pari passo con quelle di dialogo”. “Ebrei e musulmani – ha sottolineato il Custode – attendono la testimonianza cristiana. Tra loro non ci sono solo estremisti ma anche moderati, che non fanno chiasso, ma che vogliono un incontro culturale”. La testimonianza di convivenza, di dialogo e di tolleranza dei cristiani, per quanto importante, “da sola non può portare alla pace. Siamo un numero esiguo – ha dichiarato Pizzaballa – ma la testimonianza è il nostro contributo alla pace, ad una visione di giustizia e di perdono”.

Radio Vaticana, SIR