di Raffaella
Siamo alla fine dell'anno ed e' tempo di bilanci. Iniziamo con le note dolenti: il rapporto dei mass media con Papa Benedetto XVI. Nel complesso, purtroppo, si tratta di un bilancio che chiude in passivo, molto negativo, anche se ci sono lodevoli ed apprezzabili eccezioni. Questa riflessione non vuole dividere i buoni dai cattivi, gli onesti dai disonesti e gli affettuosi dai critici. Qui non si attacca nessuno, non si fanno i nomi degli "imputati" e non si fa di tutta l'erba un fascio. Non e' il lavoro dei giornalisti in discussione, ma il trattamento che i media riservano a Papa Benedetto XVI. Spero che questo concetto sia chiaro: dobbiamo saper distinguere fra i giornalisti ed i giornali. Lasciate, pero', che faccia alcuni nomi che non posso tacere: Andrea Tornielli, Stefano Maria Paci, Salvatore Izzo, Lucio Brunelli, Marina Ricci, Alberto Bobbio e Giacomo Galeazzi che dobbiamo sempre ringraziare per l'onesta' e l'obiettivita'. Si tratta di un omaggio "al positivo" che sono felicissima di fare. Complessivamente possiamo dividere i media in tre categorie: internet, tv e giornali. Il bilancio della rete e' positivo perche', se e' vero che sul web si trova di tutto, non possiamo non ammettere che e' grazie ad internet se nel 2008 abbiamo avuto accesso diretto alle fonti. Grazie ai siti online dei quotidiani, ma soprattutto grazie alle risorse di rete, al sito del Vaticano, a quello di Radio Vaticana, ora a quello di Avvenire ed a tanti altri spazi virtuali, ci e' stato concesso di leggere omelie e discorsi recenti o del passato. E' stato possibile consultare in tempo reale spiegazioni ed eventuali precisazioni della Santa Sede che sui giornali non hanno trovato spazio. L'ultimo esempio riguarda la proposta francese sulla "depenalizzazione" dell'omosessualita': i media hanno ampiamente scritto, detto, criticato, senza mai citare in modo esplicito la "pietra dello scandalo", cioe' l'intervista a Mons. Migliore, e senza dare atto delle precisazioni della Santa Sede relegate, dopo giorni, in piccoli box o trafiletti. In generale lo "stile" dei media, in particolare dei giornali, e' questo: sparare la notizia, recipire i commenti dei detrattori e presentare l'eventuale spiegazione come "marcia indietro" o "correzione di tiro". Questa, a casa mia, non e' serieta'! La rete ci ha invece permesso di accedere alle fonti in tempo reale. Forse non e' un caso se nel 2008, per la prima volta, internet ha sorpassato la carta stampata negli Stati Uniti. E ti credo! Per quanto riguarda la televisione, possiamo tracciare un bilancio direi sufficiente ricavato dalla media fra i tg e le reti.I telegiornali hanno avuto nel 2008 un buon comportamento salvo rare eccezioni: si e' data la notizia ed anche l'eventuale precisazione senza troppi ricamini.Da segnalare, in particolare, l'ottimo lavoro di SKYTG24 e del Tg2. Il bilancio delle reti e' invece fortemente negativo: si e' parlato poco o nulla dell'attivita' del Santo Padre e fiction, approfondimenti e speciali vari (da "Porta a Porta" a "La storia siamo noi") hanno avuto come protagonisti Pontefici del passato. Benedetto XVI, per le reti televisive, continua ad essere una sorta di "supplente". Il bilancio medio della televisione e' quindi quasi sufficiente. Adesso, cari amici delle tv, vi mostro dove c'e' ascolto (altro che filmetti ed isolotti!):
...a seguire per la “Benedizione Urbi et Orbi” che ha realizzato 3 milioni 364 mila con il 35.60. (Dati ufficio stampa Rai)
Chiaro? Visto che si ragiona sempre in termini di share, come la mettiamo?Lasciamo internet e la tv e passiamo al vero nocciolo della questione: la carta stampata!Il 2008 dei rapporti fra i giornali e Benedetto XVI si chiude con un bilancio fortemente negativo.L'anno e' iniziato malissimo ed e' finito, se possibile, ancora peggio! Salvo lodevolissime eccezioni, i giornali hanno polemizzato per dodici mesi con il Santo Padre dando il peggio di se' quanto a scorrettezza e partigianeria.E' solo di oggi l'amara constatazione: pochissimo spazio al Messaggio Urbi et Orbi di Benedetto XVI ignorato dai piu' a vantaggio di altre iniziative cardinalizie. E' serio? Ripercorriamo l'anno terribile nella speranza che il 2009 sia migliore anche perche', francamente, sara' difficile fare di peggio.A gennaio iniziano subito le polemiche: si spara in prima pagina che il Papa ha detto Messa nella Cappella Sistina dando le spalle ai fedeli. Si confondono i riti e si suggerisce al pubblico che Benedetto XVI abbia celebrato il Battesimo dei bambini secondo il rito tridentino. Falso! La Messa era in italiano (come puo' essere "tridentina"?) e il Papa era girato di spalle per pochissimo tempo per esigenze "estetiche" dovute al posizionamento dell'antico altare. Nessuno riporta queste precisazioni generando confusione! Rischiamo il bis anche quest'anno...prepariamoci!L'apoteosi, pero', si ha a meta' mese quando un gruppetto ben organizzato di docenti e "studenti" della Sapienza decide che Benedetto XVI non avrebbe dovuto intervenire all'inaugurazione dell'anno accademico. Il motivo? Un discorso dell'allora cardinale Ratzinger del 1990 che riporta una citazione di Feyerabend.Copiando ed incollando da Wikipedia, compiendo un errore clamoroso, gli illuminati sapienti attribuiscono a Joseph Ratzinger la frase di un altro intellettuale. Un famoso quotidiano da' ampio spazio alla protesta (senza smentire lo scivolone) seguito da tutti gli altri.Anche il telegiornale piu' seguito d'Italia da' voce ai contestatori e non alle spiegazioni che si trovano persino sulla rete, persino su questo blog! Solo il Tg2 in quel frangente spiega che cosa il Papa abbia realmente detto nel 1990! Si crea una confusione incredibile, c'e' il rischio che la situazione degeneri ed il Papa rinuncia alla visita alla Sapienza. Apriti Cielo: il giorno dopo quegli stessi giornali, editorialisti, giornalisti, commentatori, che fino a poche ore prima avevano soffiato sul fuoco, si strappano (chi li ha) i capelli, scrivono articoloni, si stracciano le vesti, ma la frittata e' fatta: figuraccia per la Sapienza, Angelus "riparatore" per il Papa che, nel suo discorso, spiega bene a noi italioti chi sia e che cosa faccia un vero docente universitario. Risultato: mai come quel giorno mi sono vergognata di essere italiana! Nei giorni successivi alla rinuncia, i giornali cercano un modo per addossare la colpa al Papa che, in fondo, ha rinunciato volontariamente!Per fortuna Bechis e Tornielli ci fanno sapere che, in realta', il Vaticano e' stato "consigliato" di far ammalare il Papa. Proteste dell'allora governo che durano poche ore: l'esecutivo fa la stessa fine degli illuminati sapienti.Senza rimpianti, con un po' di sollievo...
Marzo: i giornaloni protestano perche' il Papa non lancia appelli a favore del Tibet. Benedetto XVI, alla prima occasione, parla da padre alle parti in causa, ma i giornali se ne fatto un baffo. Considerazione: quando saranno i Cristiani dell'Orissa a finire perseguitati e bruciati, nessun quotidiano protestera' per il silenzio del Dalai Lama che pure vive in India. Ennesimo zappone incoerente sui piedi!
Durante la Veglia Pasquale il Papa battezza Magdi Allam.Apriti Cielo: nessuno spende una parola buona per il nuovo fratello in Cristo e la maggiorparte dei quotidiani e degli editorialisti, anche cattolici, se la prende con il Papa non religiosamente corretto! Poi, pero', quando ci sara', nel novembre 2008, lo storico forum cattolico-islamico i giornaloni ignorereranno completamente l'evento.
Stesso iter per il Sinodo: ampio spazio alle polemiche su Pio XII da parte del rabbino invitato che, con sgarbo diplomatico, mette in imbarazzo l'ospite .L'argomento del Sinodo, cioe' la Parola di Dio? Poche, ma non sentite parole...
Il Papa scrive una lettera-prefazione a Marcello Pera. Apriti Cielo: si tratta di un Pontefice che vuole demolire il dialogo. Peccato che gli islamici abbiano invitato a riflettere ed a leggere bene lo scritto del Papa e gli Ebrei abbiano applaudito a Benedetto XVI. Questo pero' non basta: in fondo Joseph Ratzinger, in quattro anni, ha pensato solo di cambiare le divide della gendarmeria.
A ottobre Benedetto visita Pompei e si permette di non pronunciare la parola "camorra": ma come osa?Titoloni e riflessioni non su che cosa il Papa ha detto ma sulla parola che non ha pronunciato.
Vogliamo parlare dei viaggi all'estero? Con malcelato godimento, i media prospettano tre viaggi catastrofici: Usa, Australia e Francia. Ci si sfrega le mani gia' all'inizio dell'anno immaginando contestazioni, piazze e stadi vuoti. Ahime', le cose non vanno cosi' e allora si aggiusta la tattica: si ignorano gli eventi o si creano polemiche laddove non esistono. Negli Usa la piaga dei preti pedofili e' un dato di fatto.Benedetto XVI, con grande umilta' e delicatezza, afferma: "Io mi vergogno", assume su di se' il peso di quelle nefandezze pur non avendone alcuna colpa. Quella frase colpisce profondamente gli Americani che abbandonano immediatamente le sciocchezze ed i pregiudizi mediatici su Benedetto XVI riservandogli un'accoglienza senza precedenti. Il viaggio negli Usa si rivela un vero trionfo: i media americani, sotto choc, si "convertono" e aprono il cuore al Papa fino a quel momento vilipeso.I giornali italiani si perdono in polemiche sciocche sull'accoglienza riservata da Bush al Papa. Provincialismo, superficialita'...Ci si concentra praticamente solo sui preti pedofili tralasciando gli altri importantissimi discorsi del Santo Padre, a partire da quello all'Onu.Grazie ad internet siamo informati in tempo reale su tutto e seguivamo il viaggio nei minimi dettagli. Ci accorgiamo, in quel momento, di poter fare a meno dei giornaloni, salvo eccezioni.E' la prima volta ed e' una bella "scoperta".Il viaggio a Sydney conferma ed accentua questa impostazione. Non abbiamo ancora capito come mai i giornali abbiano mandato inviati in Australia per poi non scrivere nulla dei discorsi e degli incontri del Papa. Solo internet, in particolare il Sir, ci offrono un'informazione dettagliata. Dopo giorni e giorni i quotidiani trovano la loro polemica dando voce alle vittime dei preti pedofili non ancora ricevuti dal Papa. Articoli su articoli e "rimbrotti" al Papa che non riceve le vittime.Benedetto XVI incontra un gruppo di persone prima di ripartire. Aspettiamo ancora che un famoso giornale riporti la notizia. Per il viaggio a Sydney la rete e' la prima fonte di informazione. Va un po' meglio con il viaggio in Francia che registra, tuttavia, la débâcle delle previsioni: quello che doveva essere un insuccesso annunciato, si trasforma nel piu' grande evento del 2008 con migliaia e migliaia di persone che accolgono festanti Benedetto XVI a Parigi ed a Lourdes.Le liturgie sono splendide, i discorsi e le omelie eccellenti. Ma per qualcuno il Papa pensa solo alla Messa tridentina ed alla divise...
Piazza di Spagna era stracolma come mai in questi ultimi anni, ma i giornali hanno taciuto. Perche'? Eppure il Papa ha fatto un discorso "sociale". Come mai e' stato ignorato? Come mai lo si rimprovera quando parla di vita e di famiglia e poi non si riporta cio' che dice sulla disoccupazione? E' troppo comodo e anche un po' meschino!Arriviamo poi a fine anno quando il desiderio di attaccare il Papa su piu' fronti diventa fin troppo palese. Lo si accusa di tutto: da Eluana, alla "Dignitas personae", alle interviste di Mons. Migliore e Mons. Amato dimenticando che ciascuno, nella Chiesa, deve assumersi le proprie responsabilita'.Assistiamo ancora, e ancora, e ancora, e ancora, una volta al solito giochetto: i documenti scritti da Joseph Ratzinger sotto il Pontificato di Giovanni Paolo II ed approvati da quest'ultimo ricadono sotto la responsabilita' di quel "cattivone" dell'allora Prefetto (il Papa e' "innocente"). MA i documenti scritti dai vari Prefetti e collaboratori di Benedetto XVI ed approvati da quest'ultimo ricadono sotto la responsabilita' dell'attuale Pontefice (Papa Benedetto e' sempre colpevole).C'e' poi un curioso fenomeno esilarante: i documenti scritti da Joseph Ratzinger, cardinale, e giudicati "buoni e giusti" dai media sono merito di Giovanni Paolo II che li ha approvati. Non e' una cosa divertente? No? Avete ragione...e' ridicola :-) Io non so sinceramente come mai alcuni giornalisti della carta stampata provino tanta antipatia per Benedetto XVI, ma una cosa e' certa: il giochino e' ormai palese ed e' fin troppo semplice smascherarlo. Personalmente non chiedo e non pretendo che i vaticanisti, i giornalisti, i commentatori e gli editorialisti siano sempre d'accordo con Benedetto XVI. Il diritto di critica e' sacrosanto, ma serve una certa onesta' e soprattutto occorre liberarsi dai pregiudizi.Va bene fare qualche confronto fra il Papa regnante ed i suoi predecessori ma la nenia non puo' diventare il leit motif di ogni commento ed articolo! C'e' qualcuno che vive di ricordi perenni, ma la cosa sta iniziando a stancare anche perche' e' infantile continuare a fare confronti.Non rende giustizia, in particolare, a Giovanni Paolo II.E' triste che, per esaltarlo, si senta il bisogno di confrontarlo con quel "cattivone" del suo successore.Non si elogia una persona tentando, invano, di demolirne un'altra.Cosi' facendo si ottengono solo due risultati: si ricorda superficialmente e mediaticamente Giovanni Paolo II di cui ormai non si citano piu' nemmeno i testi e si induce chi vuole bene a Benedetto XVI a mettersi sulla difensiva ricorrendo, parallelamente, al confronto anche in modo pungente, rammentando che molti dei testi scritti negli ultimi trent'anni sono farina del sacco ratzingeriano. Le persone sono diverse: ciascuno di noi e' unico. Grazie a Dio! Benedetto XVI non e' e non sara' mai Giovanni Paolo II cosi' come quest'ultimo non era e non avrebbe mai potuto essere Joseph Ratzinger!Rispettiamoli entrambi e ne avremo tutti giovamento.Non e' sicuramente affermando che Papa Wojtyla era bravo perche' rispondeva ai giornalisti in aereo o perche' sapeva sciare o nuotare che gli si rende un servizio. Mi dispiace molto questo atteggiamento dei media.E' un vero peccato che non si pongano nemmeno il problema di raccontare Benedetto XVI come egli e' in realta'. Certo, ormai ci sono mezzi alternativi, soprattutto internet, ma la carta stampata dovrebbe fornire riflessioni ed informazioni, non pregiudizi.Il bilancio di quest'anno e' fortemente negativo non tanto e non solo per quello che si e' scritto ma per come lo si e' scritto: con livore, spesso con superficialita', senza tatto ne' sensibilita'. Dubito che l'atteggiamento cambiera' nel 2009 anche perche' Benedetto XVI non puo' essere il Papa "benedetto" dai media: egli non e' mediaticamentepoliticamentereligiosamente corretto, non strizza l'occhio ai giornalisti, non manda veline, non ha bisogno che i giornali lo esaltino per ottenere consenso.In altre parole: e' un uomo libero, profetico, combattivo, a cui piace andare controcorrente. Esce da tutti gli schemi ed e' imprevedibile. Questo suo essere "sfuggente" affascina i fedeli ma spiazza i media che, ovviamente, non lo capiscono o fanno finta di non capirlo. Speriamo di tracciare un bilancio migliore nel 2009.Per adesso, mi duole dirlo, i conti sono in "rosso", viziati dagli assillanti confronti e dagli incrollabili pregiudizi. Anche i giornali dovrebbero imparare a "stupirsi"!