di Scenron
Lo stupore, la meraviglia, la perplessità, l'indignazione: ormai sono quasi 4 anni che seguo con viva partecipazione Papa Benedetto XVI nella sua importante e difficile missione di Successore dell'Apostolo Pietro, e sono ormai 4 anni che a giorni alterni provo i sentimenti citati sopra per tutto ciò che viene scritto o detto nei confronti di Joseph Ratzinger.
Uno a malincuore dovrebbe farci l'abitudine. Vorrebbe farci l'abitudine. Solo che risulta assai arduo far finta di nulla quando il mensile di una congregazione di religiosi cattolici da spazio fra le sue pagine ad accuse, ad offese, a falsità frivole e dettate dall'ignoranza verso il Pontefice, da parte di un esponente di un altra religione. Il tutto accompagnato da questa motivazione: "Il primo passo per un dialogo autentico è mettersi in ascolto delle ragioni dell'altro...convinzione, che anima la linea editoriale della nostra rivista". Una giustificazione che potrebbe essere accettata se "le ragioni dell'altro" fossero serie, documentate ma soprattutto rispettose degli altri!
Il mensile in questione è niente meno che Popoli, la rivista ufficiale dei Gesuiti, la congregazione che (cosa da non sottovalutare) accoglie tra i propri membri l'"eminentissimo" card. Martini, che pubblica l'editoriale del rabbino di Venezia, in cui questo signore, sconosciuto ai più e forse per questo desideroso di emergere quanto prima tra i media, magari volendo farci dimenticare (e rimpiangere) il rabbino di Segni, "spiega" i motivi che hanno portato il rabbinato italiano a non partecipare alla prossima Giornata sull'ebraismo, indetta per il 17 gennaio dalla Confrenza episcopale italiana.
La causa del loro 'no'? Ma semplice: Papa Joseph Ratzinger. Per la precisione: la liberalizzazione della Messa Tridentina, affermando con sicurezza che il Papa indica quel Messale come l'unico da utilizzare (?), e la preghiera per gli ebrei del Venerdì Santo (non mi sono sprecato a leggere tutte le farneticazioni contenute nell'articolo, ma non è escluso che possa esserci in mezzo anche Pio XII e quant'altro, perchè tutto fa brodo!).
E' davvero amareggiante che, senza uno straccio di replica, i gesuiti abbiano permesso la pubblicazione di frasi come "con Benedetto XVI, la Chiesa sta cancellando i suoi ultimi "cinquanta anni di storia" nel dialogo tra ebraismo e cattolicesimo".
Mi chiedo dove siano andati finire tutti gli appelli che il Papa ha fatto loro all'unità e all'ubbidienza al Vicario di Cristo in terra! Per quanto riguarda il rabbino e l'intero Rabbinato italiano, ogni parola è superflua. Vogliono interrompere per un mese, per un anno, per sempre il dialogo con i cattolici? Facciano pure, la Chiesa procederà per la propria strada, Benedetto XVI procederà con essa senza timore o vergogna, sempre però nel rispetto di tutti.
Si può dire lo stesso di certi esponenti ebraici?