domenica 21 giugno 2009

Messa a San Giovanni Rotondo. Il Papa: guidare le anime e alleviare la sofferenza, attraverso Padre Pio Dio ha prolungato l'opera di Cristo

“Alcuni Santi hanno vissuto intensamente e personalmente questa esperienza di Gesù. Padre Pio da Pietrelcina è uno di loro. Un uomo semplice, di origini umili, “afferrato da Cristo”, come scrive di sé l’apostolo Paolo, per farne uno strumento eletto del potere perenne della sua Croce: potere di amore per le anime, di perdono e di riconciliazione, di paternità spirituale, di solidarietà fattiva con i sofferenti”. Sono le parole di Benedetto XVI, rivolte come invito alla santità ai 50 mila pellegrini che lo hanno accolto, 24mila solo nel grande sagrato della Chiesa di San Pio, in occasione della sua visita a San Giovanni Rotondo. Nella sua omelia Benedetto XVI ha preso spunto dal Vangelo del giorno, che racconta il miracolo della tempesta sedata (Mc 4, 35-41). “Il gesto solenne di calmare il mare in tempesta è chiaramente segno della signoria di Cristo sulle potenze negative e induce a pensare alla sua divinità: ‘Chi è dunque costui – si domandano stupiti e intimoriti i discepoli –, che anche il vento e il mare gli obbediscono?’ (Mc 4,41). La loro non è ancora fede salda, si sta formando; è un misto di paura e di fiducia; l’abbandono confidente di Gesù al Padre è invece totale e puro. Per questo Egli dorme durante la tempesta, completamente sicuro nelle braccia di Dio. Ma verrà il momento in cui anche Gesù proverà paura e angoscia: quando verrà la sua ora, sentirà su di sé tutto il peso dei peccati dell’umanità, come un’onda di piena che sta per rovesciarsi su di Lui. Quella sì, sarà una tempesta terribile, non cosmica, ma spirituale. Sarà l’ultimo, estremo assalto del male contro il Figlio di Dio…In quell’ora, Gesù da una parte fu un tutt’uno con il Padre, pienamente abbandonato a Lui; dall’altra, in quanto solidale con i peccatori, fu come separato e si sentì come abbandonato da Lui”.
"Come è stato per Gesù, la vera lotta, il combattimento radicale Padre Pio ha dovuto sostenerli non contro nemici terreni, bensì contro lo spirito del male. Le piu' grandi 'tempeste' che lo minacciavano erano gli assalti del diavolo, dai quali egli si difese con 'l'armatura di Dio', con 'lo scudo della fede' e 'la spada dello Spirito, che è la parola di Dio'". Il Papa ha chiesto di guardare a Padre Pio, modello di santità e di vera incardinazione nelle sofferenze del Cristo. “Le stigmate, che lo segnarono nel corpo, lo unirono intimamente al Crocifisso-Risorto – ha detto il Papa - Autentico seguace di San Francesco d’Assisi, fece propria, come il Poverello, l’esperienza dell’apostolo Paolo, così come egli la descrive nelle sue Lettere: “Sono stato crocifisso con Cristo, e non vivo più io, ma Cristo vive in me”. “Questo non significa alienazione, - ha proseguito Benedetto XVI - perdita della personalità: Dio non annulla mai l’umano, ma lo trasforma con il suo Spirito e lo orienta al servizio del suo disegno di salvezza. Padre Pio conservò i propri doni naturali, e anche il proprio temperamento, ma offrì ogni cosa a Dio, che ha potuto servirsene liberamente per prolungare l’opera di Cristo: annunciare il Vangelo, rimettere i peccati e guarire i malati nel corpo e nello spirito”. Il Papa ha ricordato i cardini della missione del Santo di Pietrelcina. “Guidare le anime e alleviare la sofferenza: così si può riassumere la missione di san Pio da Pietrelcina”. Questi punti fermi non possono essere dispersi. “Cari amici, Frati Minori Cappuccini, membri dei Gruppi di preghiera e fedeli tutti di San Giovanni Rotondo, voi siete gli eredi di Padre Pio e l’eredità che vi ha lasciato è la santità”, ha aggiunto. Questo perchè “Padre Pio attirava sulla via della santità con la sua stessa testimonianza, indicando con l’esempio il 'binario' che ad essa conduce: la preghiera e la carità”. “Le sue giornate erano un rosario vissuto, - ha aggiunto - cioè una continua meditazione e assimilazione dei misteri di Cristo in unione spirituale con la Vergine Maria. Si spiega così la singolare compresenza in lui di doni soprannaturali e di concretezza umana. E tutto aveva il suo culmine nella celebrazione della Santa Messa: lì egli si univa pienamente al Signore morto e risorto. Dalla preghiera, come da fonte sempre viva, sgorgava la carità. L’amore che egli portava nel cuore e trasmetteva agli altri era pieno di tenerezza, sempre attento alle situazioni reali delle persone e delle famiglie. Specialmente verso i malati e i sofferenti nutriva la predilezione del Cuore di Cristo, e proprio da questa ha preso origine e forma il progetto di una grande opera dedicata al 'sollievo della sofferenza'”.
Bisogna continuare sulla scia di questo insegnamento, ha detto il Papa, rifuggendo “i rischi dell’attivismo e della secolarizzazione”. “Perciò – ha continuato - la mia visita ha anche lo scopo di confermarvi nella fedeltà alla missione ereditata dal vostro amatissimo Padre. Molti di voi, religiosi, religiose e laici, siete talmente presi dalle mille incombenze richieste dal servizio ai pellegrini, oppure ai malati nell’ospedale, da correre il rischio di trascurare la cosa veramente necessaria: ascoltare Cristo per compiere la volontà di Dio. Quando vi accorgete che siete vicini a correre questo rischio, guardate a Padre Pio: al suo esempio, alle sue sofferenze; e invocate la sua intercessione, perché vi ottenga dal Signore la luce e la forza di cui avete bisogno per proseguire la sua stessa missione intrisa di amore per Dio e di carità fraterna”.
Molte le persone che hanno seguito la celebrazione nelle aree attrezzate con i maxischermo, all'interno del paese garganico. Il Papa ha anche fatto la comunione ai genitori delle ragazze di San Giovanni Rotondo, morte durante il terremoto dell'Aquila. Cappellini bianchi e gialli, tanti applausi al Papa, e il sole a far capolino tra le nuvole minaccianti. Il clima di festa composta è stato avvertito anche dal Papa, che ha voluto ringraziare per il “pellegrinaggio”, tutti i presenti, il vescovo mons. Domenico D'Ambrosio, “che dopo anni di fedele servizio a questa comunità diocesana, si appresta ad assumere la cura dell'Arcidiocesi di Lecce”, i frati cappuccini, e “quanti sono nella Casa sollievo della Sofferenza, alle persone sole e a tutti gli abitanti di questa città”. Sul grande palco, allestito sotto l'arco principale della Chiesa di San Pio, e impreziosito dai mosaici di Padr Marko Ivan Rupnik, tanti i celebranti, il segretario di Stato card. Tarcisio bertone, il cardinale pugliese Salvatore De Giorgi, i vescovi cappuccini e pugliesi. Ad impreziosire il luogo della liturgia un Crocefisso centrale, opera dello stesso Rupnik. A destra, invece, un quadro della Madonna delle Grazie, che ordinariamente si trova al centro dell'altare della chiesa antica del convento. Sotto l'altare della celebrazione un'altra decorazione di padre Rupnik, un pellicano nell'atto di nutrire i suoi piccoli col proprio sangue. La pisside e il calice sono quelli usati da Padre Pio e da Giovanni Paolo II.

Salvatore Scolozzi, Korazym.org - AsiaNews