martedì 13 settembre 2011

Domani Levada consegnerà a Fellay un documento di due pagine con valutazioni vaticane dei colloqui su cui la Fraternità San Pio X dovrà pronunciarsi

Il rapporto tra lefebvriani e Santa Sede è a un passo decisivo, "di non ritorno", lo definiscono nei sacri palazzi. Il superiore della Fraternità San Pio X, il vescovo Bernard Fellay, varcherà domani la soglia del palazzo del Sant’Uffizio, accompagnato dai suoi collaboratori l’abbé Niklaus Pfluger e l’abbé Marc-Alain Nely. Ad attenderli ci saranno il card. William Levada, prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, e il segretario della Pontificia Commissione Ecclesia Dei, mons. Guido Pozzo. Da quanto apprende il portale Vatican Insider, al superiore dei lefebvriani sarà consegnato un documento composto di due sole pagine, contenente le valutazioni della Santa Sede, approvate dal Papa, sui colloqui dottrinali che si sono tenuti nei mesi scorsi tra il Vaticano e la Fraternità. Un documento tutto sommato breve, ma puntuale, che contiene le risposte ai problemi sollevati nei colloqui circa l’interpretazione dei testi del Concilio Vaticano II riguardanti la libertà religiosa, l’ecumenismo, l’ecclesiologia.
Mons. Fellay, che fino a questo momento, in quanto superiore della Fraternità, non si è coinvolto nei colloqui, non conosce ancora il contenuto del documento che gli verrà sottoposto. L’ex Sant’Uffizio chiederà gli chiederà di valutarlo con calma e poi di dare una risposta in tempi ragionevoli, anche se non immediati. I lefebvriani, insomma, dovranno prendere posizione: potranno chiedere nuovi chiarimenti alla Santa Sede, ma non potranno più tergiversare. L’accettazione del documento è considerata nei sacri palazzi la condizione imprescindibile per la piena comunione, che prevede anche una sistemazione giuridica per la Fraternità fondata dall’arcivescovo Marcel Lefebvre, probabilmente attraverso la costituzione di un Ordinariato simile a quello già previsto per gli anglicani. È noto che c’è una parte della Fraternità che aspira alla piena comunione, mentre altri, e il negazionista Richard Williamson è tra questi, tendono a sottolineare con forza che con la Chiesa Cattolica post-conciliare non è possibile alcun accordo. La partita interna al gruppo di tradizionalisti seguaci di Lefebvre non sarà facile. Mentre in Vaticano c’è chi propone un parallelismo con quanto avvenuto negli ultimi tempi con gli anglicani, ai quali il Papa ha offerto un Ordinariato che permetta di mantenere molte delle loro tradizioni: "Abbiamo accettato il confronto con gli anglicani che volevano rientrare nella comunione con Roma. Quelli che non la desideravano, sono rimasti fuori...".


Andrea Tornielli, Vatican Insider

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