mercoledì 3 ottobre 2012

Card. Scola: il Concilio Vaticano II una tappa singolare e decisiva dell’avanzare della Chiesa lungo la storia, un provvidenziale 'balzo innanzi'

“La lettura del Concilio Vaticano II, anche limitata al tempo che va dai suoi albori fino all’apertura, impone un’ermeneutica adeguata della storia”, che non può prescindere dall’”insostituibile ruolo del protagonista del Concilio e della sua recezione: il soggetto Chiesa”. Lo ha detto il card. Angelo Scola (nella foto con Benedetto XVI), arcivescovo di Milano, nella prolusione al convegno su “Il Concilio Ecumenico Vaticano II alla luce degli archivi dei Padri conciliari”, che si è aperto oggi in Vaticano per iniziativa del Pontificio Comitato di Scienze Storiche, in collaborazione con la Pontificia Università Lateranense. Secondo il cardinale, il Vaticano II “è stato una tappa singolare e decisiva dell’avanzare della Chiesa lungo la storia, un provvidenziale ‘balzo innanzi’”, come mostrano le parole finali della “Lumen gentium”, in cui si mette in evidenza “l’inscindibile unità tra l’origine trinitaria della Chiesa e il suo essere soggetto storico”. Il pellegrinaggio della Chiesa nella storia, secondo l’arcivescovo di Milano, “non può compiersi senza la dinamica della ‘riforma’”, che “è legata all’approfondirsi dell’autocoscienza e della santità ecclesiali” e “mette in evidenza il primato della fede”. La categoria di “riforma”, per il card. Scola, “supera le false problematiche della continuità e della discontinuità” ed evidenzia il legame tra il Concilio e l’Anno della Fede voluto da Papa Benedetto XVI.

SIR