venerdì 23 gennaio 2009

Il Papa al nuovo Patriarca di Antiochia dei Siri: la Chiesa annunci Cristo con le parole dell’Oriente e dell’Occidente

La Chiesa annunci Cristo con “le parole dell’Oriente e dell’Occidente”, seminando pace e speranza: è quanto ha affermato il Papa ricevendo stamani il nuovo Patriarca di Antiochia dei Siri, Ignace Youssif III Younan, cui ha concesso la comunione ecclesiastica, dopo la sua elezione al Sinodo dei Vescovi della Chiesa Siro-Cattolica, che si è svolto a Roma dal 18 al 20 gennaio scorsi. Il Papa ha accolto con gioia il nuovo Patriarca di Antiochia dei Siri, auspicando che i membri di questa comunità ecclesiale possano essere “seminatori di pace in Terra Santa, Iraq e Libano, dove la Chiesa siriana ha una presenza storica molto apprezzata”. Il nuovo Patriarca è nato in Siria 64 anni fa, ma ha svolto per molti anni il suo servizio episcopale negli Stati Uniti e in Canada presso la comunità della diaspora, costituita da tanti fedeli cristiani che hanno lasciato il Medio Oriente “in cerca di migliori condizioni di vita”. “Il mio desiderio - ha detto il Papa - è che in Oriente, da dove è venuto l'annuncio del Vangelo, le comunità cristiane continuino a vivere e testimoniare la loro fede, come hanno fatto nel corso dei secoli, auspicando che nello stesso tempo possano ricevere adeguate cure pastorali tutti coloro che si trovano altrove, in modo che possano rimanere legati in modo fruttuoso alle loro radici religiose”. Benedetto XVI invoca “l'aiuto del Signore per ogni comunità orientale affinché, dovunque si trovi, sappia integrarsi nel suo nuovo contesto sociale ed ecclesiale, senza perdere la propria identità portando l'impronta della spiritualità orientale, in modo che utilizzando “le parole dell'Oriente e dell'Occidente” la Chiesa parli con efficacia di Cristo all'uomo contemporaneo. Così - ha concluso il Papa - i cristiani affronteranno le sfide più urgenti dell’umanità, costruiranno la pace e la solidarietà universale e testimonieranno la "grande speranza", di cui sono portatori instancabili”.