domenica 6 settembre 2009

La preghiera davanti al corpo incorrotto di Santa Rosa, l'incontro con i mini facchini, il pranzo con i vescovi e il saluto agli organizzatori

Dopo la celebrazione a Valle Faul, il momento più intenso della visita a Viterbo, Benedetto XVI si è recato nella chiesa di Santa Rosa. Al centro, il corpo incorrotto della Patrona. Davanti al quale Papa Ratzinger si è inginocchiato alcuni minuti in preghiera. Su un tavolo accanto, alcuni cimeli di valore, a cominciare da un'antica pergamena. La prima in cui sia raccontata la storia di Santa Rosa e in cui è ritratta in un disegno. Entrando, c'è stato l'incontro con le suore di clausura. Ma la visita a Santa Rosa, per il Papa è stato l'incontro anche con la tradizione più viva dei viterbesi. Il culto per la Patrona. Quindi la Macchina sul sagrato. Uscendo ha conosciuto il costruttore Granziera e gli ideatori Arturo Vittori e Andreas Vogler. “Mi ha fatto i complimenti – ricorda Vittori – il vescovo gli ha detto che sono l'ideatore. Il Papa ha apprezzato, l'ha trovata molto bella. Poi il vescovo gli ha ricordato che sono il fratello dell'astronauta e il Santo Padre si è complimentato. Con Andreas invece ha parlato in tedesco, gli ha ricordato d'avere lavorato a Monaco”. Prima d'uscire dalla Chiesa, il Santo Padre ha passato in rassegna i mini facchini, mentre il presidente del Sodalizio Mecarini e il capo Rossi gli hanno consegnato un modello della Macchina di Santa Rosa. Fuori il saluto da parte di tutti i facchini, un “Evviva il Santo Padre” ripetuto più volte, ha accompagnato la papamobile lungo la discesa. Il Papa, dopo aver lasciato la Basilica di Santa Rosa, ha percorso la discesa ed è giunto a piazza del Teatro, dove lo hanno accolto festanti circa 1200 persone. Il Papa si è diretto verso Domus La Quercia dove si è fermato per il pranzo insieme a 25 vesovi che provengono da tutte la diocesi del Lazio. "E' stata una celebrazione esemplare, la gente è stata molto devota e composta": il Papa ha commentato così la celebrazione della mattina. Un'atmosfera familiare e serena - riferisce chi vi ha preso parte - con un Papa sorridente e soddisfatto per la giornata nella cittadina laziale. Il pranzo - a base di prodotti tipici della zona e conclusosi con un buon millefoglie - è stato servito da cinque giovani camerieri che Benedetto XVI ha voluto ringraziare e salutare personalmente. Dopo un momento di riposo, il Pontefice ha salutato gli organizzatori della visita, una trentina di persone, ricevendo numerosi regali, tra i quali un ostensorio in ceramica, l'olio di Canino, un dipinto con il motto di San Bonaventura, un calice d'oro. Papa Ratzinger ha invece regalato ad alcune suore di clausura la stola che ha indossato questa mattina alla celebrazione e lo zucchetto bianco, che, le stesse suore, gli avevano preparato per l'occasione.

TusciaWeb, Viterbo Oggi, Apcom