giovedì 9 febbraio 2012

Altra dichiarazione della Sala Stampa vaticana su affermazioni infondate su Ior e Aif: ridotta solo limitatamente l'attività con le banche italiane

Nella trasmissione “Gli Intoccabili” di La7 di ieri “sono state fatte affermazioni infondate e diffuse informazioni false sull’Istituto per le opere di religione e l’Autorità di informazione finanziaria”. La precisazione viene oggi da un'altra nota della Sala Stampa della Santa Sede. Innanzitutto, “l’affermazione che lo Ior è una banca non corrisponde a verità” e tanto meno è una “banca off-shore”. Di fatto, “nella citata trasmissione viene usato tale termine non per illustrare il vero carattere e la funzione dello Ior, ma per creare un’impressione di illegalità”. In realtà, “lo Ior si trova all’interno di una giurisdizione sovrana e opera in un quadro normativo e regolamentare, che comprende anche la legge antiriciclaggio vaticana”, adottata proprio “per essere in linea con gli standard internazionali”. In secondo luogo, “l’insinuazione che le normative vaticane non consentirebbero le indagini o i procedimenti penali relativi a periodi precedenti all’entrata in vigore della legge CXXVII (1° aprile 2011), non corrisponde a verità”. Per quanto riguarda la cooperazione tra lo Ior e l’Aif, “lo Ior ha cooperato nel fornire informazioni su transazioni avvenute anche prima di tale data”. Le affermazioni fatte durante la trasmissione “non corrispondono quindi a verità”. In terzo luogo, “i rapporti dello Ior con banche non italiane sono sempre stati attivi e, a differenza di quanto è stato affermato, è stata ridotta solo limitatamente l’attività con le banche italiane”. Per quanto riguarda la norma che regola il movimento di denaro contante, “è importante precisare che lo Ior controlla e controllava anche i movimenti frazionati (c.d. 'step transactions') per un totale di 15.000 euro nei dieci giorni consecutivi”. Infine, “l’affermazione del magistrato Luca Tescaroli secondo la quale il Vaticano non avrebbe dato risposta alle rogatorie riguardanti il caso Banco Ambrosiano-Calvi non corrisponde a verità”. In merito la nota della Sala stampa precisa che “la rogatoria del 2002 non risulta pervenuta in Vaticano. Anche all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede, dopo una prima ricerca effettuata negli Archivi, la richiesta di rogatoria internazionale presentata dal Tribunale di Roma nel 2002 non risulta mai pervenuta. Alle altre due è stato fornito regolare riscontro, indirizzato all’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede”. “I fatti sopra descritti - conclude la nota - dimostrano che la presentazione compiuta nella menzionata trasmissione risulta parziale e non contribuisce ad avere un quadro obiettivo della realtà descritta”.

SIR

ULTERIORE DICHIARAZIONE DELLA SALA STAMPA A PROPOSITO DI AFFERMAZIONI INFONDATE SU I.O.R. E A.I.F.