venerdì 4 giugno 2010

L'omaggio a mons. Padovese, uomo del dialogo e dell'ascolto. Sarà seppellito a Milano accanto alla madre. Le indagini e i dubbi di 'Avvenire'

Quello di oggi è un giorno di grande tristezza per tutta la Chiesa e per il Papa, che mons. Luigi Padovese (foto) rappresentava in Turchia come vicario apostolico dell’Anatolia. Lo è in particolare per la Chiesa turca della quale era il capo, e per quella italiana dalla quale proveniva. E lo è per la stessa realtà sociale e civile della Turchia: in un messaggio indirizzato stamattina a Benedetto XVI, il presidente Abdullah Gul ha riconosciuto e apprezzato “i servigi resi da mons. Padovese per l'amore e la fratellanza” tra cristiani e musulmani. E’ questo il sentimento dominante a 24 ore dall’assassinio del presule milanese, perpetrato dal suo autista e collaboratore, il 26enne Murat Altun. Il giovane, subito arrestato dalla polizia turca, è stato formalmente incriminato oggi da un tribunale di Iskenderun, la località dove si è consumato l’omicidio e dove si indaga per chiarirne il movente, mentre aumentano di ora in ora le attestazioni di cordoglio. Stretti in un grande abbraccio, che è insieme preghiera e desiderio di dare e ricevere, consolazione per una perdita improvvisa, inattesa, brutale. Dalla Germania alla Grecia, passando per l’Italia, moltissimi episcopati hanno comunicato la propria commozione per la morte violenta di mons. Padovese. “Mentre deploriamo il barbaro assassinio ci uniamo al dolore dei fedeli di codesta Chiesa, che ancora una volta viene provata così duramente, ed esprimiamo la più sentita vicinanza e solidarietà nostra e dell'intero episcopato italiano”. Queste sono le parole del presidente dei vescovi italiani, il card. Angelo Bagnasco, tra i primi a esprimere i sentimenti di un cordoglio che non ha cessato fin qui di diffondersi in modo unanime. Da Milano, città natale del presule ucciso e dove ancora una decina di giorni fa si trovava in visita alla famiglia, oltre che per presiedere una celebrazione di cresime nella vicina Lecco, il cardinale arcivescovo della Chiesa ambrosiana, Dionigi Tettamanzi, piange la scomparsa di “un figlio della nostra terra che – scrive – ha servito con dedizione la Turchia”. Le indagini, scattate immediatamente dopo l’omicidio, hanno portato all’arresto e all’incriminazione di Murat Altun, il giovane autista e collaboratore di mons. Padovese. Da chiarire ancora il movente di un gesto che i primi interrogatori non hanno fin qui contribuito a svelare. Murat ha dichiarato alla polizia di aver agito dopo aver avuto una ''rivelazione divina''. Lo riportano stamani i giornali turchi. ''Ho avuto una rivelazione e l'ho ammazzato'', avrebbe detto Altun agli inquirenti, secondo il quotidiano Millivet e il canale Ntv. Il sospetto omicida, convertito al cattolicesimo, aveva da poco terminato una terapia psichiatrica. Per oltre quattro anni autista del vicario apostolico, Altun ha pugnalato Padovese nel giardino della abitazione a Iskenderun, nel sud della Turchia. E si attendono anche i risultati dell’autopsia condotta questa mattina sulle spoglie del presule, che potrebbero fornire elementi utili sulla dinamica dell’assassinio. Mentre si predispone per la celebrazione delle esequie del presule, i Frati cappuccini di Iskenderun hanno annunicato una veglia di preghiera comune tra cristiani e musulmani, che nelle intenzioni precederà l’arrivo della salma di mons. Padovese in Italia, nella sua Milano, dove il religioso sarà sepolto accanto alla madre, così come aveva chiesto. Scetticismo, da parte del quotidiano dei vescovi Avvenire, nei confronti della teoria che vede dietro l'omicidio del vescovo in Turchia solo un ''un atto di follia''. ''Non possiamo non domandarci - si legge intatti in un editoriale pubblicato oggi in prima pagina e firmato da Luigi Geninazzi - come mai siano così numerosi nel Paese della Mezzaluna e perchè siano quasi sempre diretti contro gli esponenti delle minoranza religiose''. L'''effettiva dinamica'' del ''brutale omicidio'', aggiunge il giornale della CEI, ''resta tutta da spiegare''. Avvenire sottolinea poi che l'assassinio di mons. Padovese cada ''alla vigilia del viaggio del Papa a Cipro, l'ultimo Paese diviso d'Europa, occupato per un terzo del suo territorio dall'esercito di Ankara ma anche laboratorio di dialogo e di riconciliazione tra fedi''. Forse ''qualcuno ha voluto mettere una mina distruttiva, tanto più deflagrante quanto più l'intero Medio Oriente è tornato in questi ultimi giorni a riesplodere pericolosamente''. Perchè, è la conclusione ci sono ''tante, troppe coincidenze inquietanti che aleggiano su quella che intende essere una visita nel segno della pace, del perdono, della riconciliazione''.

Radio Vaticana, Asca