martedì 28 aprile 2009

L'omaggio del pallio a Celestino V nella Basilica di Collemaggio, la preghiera davanti alla Casa dello studente e l'incontro con i giovani

Il momento intimo dinanzi alle spoglie di Celestino V. Quello della partecipazione dinanzi alla casa dello studente. Tra l'arrivo fra le macerie di Onna e il Regina Caeli alla scuola della Finanza, Benedetto XVI si è voluto concedere due tappe tutte interne alla città de L'Aquila. Entrambe simbolo del terribile sisma che ha sconvolto il capoluogo abruzzese lo scorso 6 aprile; entrambe con tutti i segni della distruzione. Alla Basilica di Collemaggio, il Santo Padre e' giunto accompagnato solo dalla foltissima scorta. Dal pulmino della Protezione civile ha compiuto pochi passi. Ha salutato i vigili del fuoco a presidio della chiesa e poi ha bussato alla porta santa. Con delicatezza la sua mano ha aperto la pesante anta e per un attimo Papa Benedetto si è trovato solo con la teca contenente le spoglie di Celestino. Celestino, l'umile fraticello, il dantesco ''Papa del gran rifiuto'', l'inventore del Giubileo. Il Pontefice ha sostato qualche attimo in piedi davanti la bara, poi si è piegato. Ha quindi accarezzato la teca stendendovi sopra, con l'aiuto di padre Georg, il pallio pale impostogli il 24 aprile 2005. Intorno alla Basilica solo pochissime persone. Gli stessi ospiti della tendopoli allestita nel piazzale antistante erano stati in precedenza condotti in pulman a Coppito, alla scuola della Guardia di finanza, per il grande abbraccio con Papa Ratzinger.
Dentro la tenda-soggiorno di Collemaggio tanti bambini intenti a giocare che, al richiamo di una donna, probabilmente un'insegnante, si sono precipitati verso il curvone ''solo'' per vedere e salutare da lontano quell'omino vestito di bianco che faceva capolino dai finestrini del furgone. Invitato dal rettore don Nunzio Spinelli per la festa della Perdonanza celestiniana che si celebra ad agosto, Benedetto XVI ha risposto: "Vedremo, vedremo". "Grazie per il lavoro che avete fatto". Benedetto XVI ha salutato così il direttore centrale per l'emergenza del dipartimento dei vigili del fuoco, Sergio Basti e il comandante dei pompieri dell'Aquila Roberto Lupica, che erano ad attenderlo davanti alla Basilica.
Dopo la sosta alla Basilica di Collemaggio, Benedetto XVI ha incontrato in via XX settembre, davanti ai resti della Casa dello Studente crollata durante il sisma, dodici studenti, sei ragazzi e sei ragazze, tutti residenti nel centro storico, alcuni proprio nella Casa. Li ha salutati ad uno ad uno, chinandosi verso di loro per stringerne le mani, ascoltando con attenzione quanto avevano da dirgli.
Dopo aver incontrato gli studenti, è stato l'ingegner Sergio Basti, responsabile Dipartimento per l'emergenza dei vigili del fuoco, a spiegare al Santo Padre quali sono state le lesioni che hanno portato al crollo di parte della Casa dello studente.
Per diversi minuti i vertici dei pompieri hanno illustrato le varie fasi che saranno portate a termine per ricostruire la struttura. Dopo dieci minuti il Santo Padre si è allontanato in direzione della Scuola della guardia di finanza di Coppito.
"E' giusto che il Papa sia venuto oggi, a tre settimane dal terremoto". E' questo il pensiero prevalente tra i 12 ragazzi, aquilani e non, scampati miracolosamente alla morte nella notte tra il 5 e il 6 aprile, che sono in attesa dell'arrivo del Papa proprio di fronte a quella che era un'ala della casa dello studente, ora demolita e ridotta a sole macerie. "Non è vero che la Chiesa si è avvicinata tardi - ha spiegato Maria Fidanza, una delle studentesse - se il papa fosse arrivato prima non ci sarebbe stato lo spirito giusto e poi tra l'altro avrebbe anche intralciato le operazioni di emergenza. Per noi la visita del Papa, a tre settimane dalla tragica scossa, è un segno forte di speranza attraverso la vicinanza della Chiesa". I dodici ragazzi nella tragica notte erano tutti all'Aquila e hanno ancora stampato nella mente l'incubo seguito alla tragica scossa.