sabato 7 gennaio 2012

Il futuro cardinale Alencherry: un riconoscimento verso la Chiesa siro-malabrese. Il bisogno più urgente è la testimonianza cristiana nel mondo

“Il bisogno più grande è quello della testimonianza cristiana nelle famiglie, nelle istituzioni ecclesiali, in tutte le opere missionarie che guidiamo”: è quanto afferma Sua Beatitudine George Alencherry (foto), arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly, della Chiesa siro-malabarese, di cui ieri è stata annunciata la nomina a cardinale da Benedetto XVI. Intervistato da AsiaNews a poche ore dall'annuncio, egli sottolinea: “La preoccupazione più urgente è che il messaggio e la testimonianza di vita della Chiesa sia resa più autentica nel mondo intero, secondo il cuore di Cristo e lo spirito della Chiesa”. Alencherry è presidente del Sinodo siro-malabarese dallo scorso maggio 2011. La sua nomina è seguita alla morte del card. Varkey Vithayathil. Il futuro porporato è nato nel 1945, da una famiglia cattolica del Kerala, sesto di dieci figli. Altri due suoi fratelli sono sacerdoti e una sorella è suora. Ordinato sacerdote nel novembre 1972, egli ha frequentato la Sorbona e si è laureato in catechesi all’Istituto cattolico di Parigi.Tornato in India nell’86 egli ha lavorato nel Centro catechetico di Changanacherry e come insegnante al St Thomas Apostolic Seminary di Vadavathoor. Giovanni Paolo II lo ha nominato vescovo della nuova diocesi di Thuckalay l'11 novembre 1996. Sua Beatitudine parla correntemente il malayam, il tamil, l’inglese e il francese. Al suo attivo ha anche alcuni libri e articoli. Egli è il leader spirituale di circa 4 milioni di fedeli del rito siro-malabarese, che si rifà a San Tommaso Apostolo, diffusi in India, nei paesi del Golfo, in Europa e negli Stati Uniti (Chicago). “Questa nomina – spiega ad AsiaNews – è un riconoscimento della Sede apostolica e in particolare di Benedetto XVI verso la Chiesa siro-malabarese”. “Per me personalmente, aggiunge responsabilità al mio ufficio di arcivescovo. Occorre che io mi prenda cura ancora maggiore della Chiesa universale e che porti testimonianza a Cristo nel mondo. La festa dell’Epifania è la festa della manifestazione di Cristo al mondo. L’unità della Chiesa e dei cardinali con il Santo Padre deve rendere più manifesta la Sua presenza. Desidero dedicarmi con ancora più cura in questo compito”.

Nirmala Carvalho, AsiaNews