Ai giornalisti di tutto il mondo accreditati, la Sala Stampa della Santa Sede ha distribuito “in tempo reale” i profili biografici dei 22 nuovi cardinali annunciati da Benedetto XVI il giorno dell’Epifania. Profili definiti “non ufficiali”. E ci mancherebbe altro. Perché sono copiati pari pari da Wikipedia. Che qualcosa non va, lo si capisce già dalla prima riga della biografia del primo cardinale della lista, Fernando Filoni: “Nato a Manduria, 15 aprile 1946, è un arcivescovo cattolico italiano…”. Cattolico? E c’era bisogno di dirlo? Idem per il secondo della lista, Manuel Monteiro De Castro: “Nato a Santa Eufemia, 29 marzo 1938, è un arcivescovo cattolico e diplomatico portoghese…”. E così per gli altri. Tutti garantiti “cattolici”, a scanso di equivoci. Ma il bello è quello che si legge nelle biografie, infarcite di giudizi tanto più bizzarri in quanto rilanciati dal Vaticano, sia pure in forma “non ufficiale”. Ecco ad esempio il finale della biografia di Willem Jacobus Eijk, arcivescovo di Utrecht: “All’impegno sociale, Eijk ha fin dall’inizio unito una forte propensione al conservatorismo, specialmente in materia di aborto ed omosessualità, che ne hanno fatto uno degli uomini religiosi più discussi del paese; secondo alcuni però il vescovo non fa altro che conformarsi alle disposizioni provenienti da Roma”. Nella memorabile lettera scritta ai vescovi il 10 marzo 2009 dopo lo scoppio del caso Williamson, Benedetto XVI aveva scritto: “In futuro nella Santa Sede dovremo prestar più attenzione a internet come fonte di notizie”. Ecco fatto. L’hanno preso in parola. Per offrire alla stampa i profili biografici dei nuovi principi della Chiesa, presumibilmente a loro non sconosciuti, in Vaticano non hanno trovato di meglio che fare un copia e incolla da Wikipedia.
Sandro Magister, Settimo Cielo