martedì 21 luglio 2009

Le vacanze del Papa. Venerdì nella Cattedrale di Aosta l'omaggio di Benedetto XVI a Sant'Anselmo nel IX centenario della morte

È un fuori programma. Nel pomeriggio del 24 luglio Benedetto XVI, per la terza volta in vacanza a Les Combes, visita la Cattedrale di Aosta (foto), rendendo omaggio a Sant’Anselmo, figlio illustre di questa terra che lo vide nascere nel 1033. Un evento non previsto dal calendario ufficiale. Dunque, ancor più significativo. E confermato anche dopo la caduta accidentale costata al Papa la frattura del polso destro, bloccato da un tutore gessato. Per chi conosce a fondo Joseph Ratzinger non si tratta di una sorpresa. Il Papa, infatti, ama questo monaco, teologo e pastore d’anime, "la cui opera", ha avuto modo di scrivere poco più di tre mesi fa, "ha lasciato una traccia profonda nella storia della Chiesa e la cui figura è una tra le più luminose della storia del pensiero occidentale europeo". Benedetto XVI ne ha richiamato gli aspetti più significativi in un messaggio datato 15 aprile, indirizzato al card. Giacomo Biffi, scelto come inviato speciale e suo rappresentante in vista delle celebrazioni organizzate ad Aosta per il IX centenario della morte di sant’Anselmo, avvenuta a Canterbury, in Inghilterra, nel 1109. Di lui, il Papa ha voluto sottolineare "la genialità educativa, che si esprime in quel metodo del discernimento, che è lo stile un po’ di tutta la sua vita, uno stile in cui si compongono la misericordia e la fermezza". Ha poi richiamato "la sua insonne opera per la liberazione della Chiesa dai condizionamenti temporali e dalle servitù di calcoli non compatibili con la sua natura spirituale", soffermandosi, infine, su "fede e ragione, fides et ratio, che, in Anselmo, si trovano mirabilmente unite". "Il Santo Padre è convinto, a ragione, che sia pienamente attuale", spiega mons. Giuseppe Anfossi, dal 1995 vescovo di Aosta. "Direi che la prima caratteristica che lo rende "moderno" è proprio la sua costante ricerca di Dio, non esente da travagli", prosegue mons. Anfossi, che ad Anselmo ha dedicato una parte consistente della sua ultima Lettera pastorale. "Come molti giovani di oggi, decide della sua vita quando è già abbastanza avanti negli anni. Potremmo dire che la sua è una vocazione adulta". "Non conosciamo quali esperienze "trasgressive" possa aver fatto Anselmo negli anni giovanili o nel viaggio che l’ha portato dalla sua terra natale a Le Bec", sottolinea ancora il vescovo di Aosta. "Sappiamo, però, dai suoi scritti (conserviamo 450 lettere, 15 delle quali inviate ai suoi familiari) che egli se le rimprovera costantemente. Sembra quasi un monito rivolto ai giovani dei giorni nostri: non lasciatevi tentare da un ingannevole pregiudizio, quello che spinge a fare tutte le esperienze, anche le più sciocche e le più estreme".

Alberto Chiara, Famiglia Cristiana