venerdì 15 aprile 2011

L'arcidiocesi di Dublino vara un programma per la tutela dei minori dagli abusi dei religiosi. Martin: nessun compiacimento, continuare a fare meglio

Sulla lotta agli abusi sui minori non si deve abbassare la guardia: è il monito lanciato dal vice presidente della Irish Catholic Bishops's Conference, l'arcivescovo di Dublino e primate d'Irlanda, Diarmuid Martin (nella foto con Benedetto XVI), in occasione della presentazione del Dublin Diocesan Child Safeguarding and Protection Policy and Procedures, il programma per la tutela dei minori dagli abusi sessuali compiuti dai religiosi con il quale si riuniscono le pratiche e le direttive di prevenzione e contrasto del fenomeno, in linea con quanto già stabilito dalla Chiesa a livello nazionale, esortando le parrocchie del territorio "a una scrupolosa e coerente osservanza". L'arcidiocesi di Dublino, dunque, compie un nuovo passo in avanti affinché, si sottolinea, le parrocchie e le altre strutture ecclesiali vengano rese "luoghi sempre più sicuri". Mons. Martin ha spiegato che l'obiettivo "è quello di aumentare ancora una volta la consapevolezza della nostra comunità sulla necessità che tutte le nostre politiche e norme siano rispettate scrupolosamente, in quanto c'è all'interno degli esseri umani una naturale tendenza a rilassarsi quando nulla di drammatico sembra stia accadendo attorno a loro". Per questo, ha aggiunto, "non dobbiamo lasciare spazio al compiacimento, ma continuare a fare meglio ciò che abbiamo costruito finora". In particolare, infatti, il programma recepisce e condensa tutte le indicazioni e le direttive già stabilite nell'ambito del documento "Safeguarding Children: Standards and Guidance Document for the Catholic Church in Ireland" pubblicato nel 2008. Anche più recentemente, nel marzo scorso, i vescovi irlandesi hanno ribadito il loro costante impegno nel tutelare i minori da ogni forma di abuso, in una lettera dal titolo "Towards Healing and Renewal", in occasione del primo anniversario della Lettera pastorale di Benedetto XVI ai cattolici dell'Irlanda. I vescovi indicano alcuni passi da compiere nel percorso di guarigione e di rinnovamento: la preghiera per le vittime degli abusi, l'ascolto dei loro racconti, il supporto spirituale, la costruzione di un futuro sicuro per i bambini all'interno delle comunità, il rinnovamento delle diocesi, delle congregazioni religiose e della società e il sostegno economico alle strutture che si occupano dei minori. L'arcivescovo di Dublino ha ribadito che la sicurezza dei minori non comporta soltanto affrontare le denunce sugli abusi, ma anche offrire tutta una rete di servizi di supporto che rendano serena l'esistenza. "Vogliano - ha specificato a tal proposito il direttore del Child Safeguarding and Protection Center dell'arcidiocesi, Andrew Fagan - che i bambini partecipino alla messa, servano all'altare, cantino nei cori, vadano in ritiro e siano felici e sicuri come lo sono alla loro età". Il personale religioso e tutti i volontari che prestano servizio nei vari organismi e strutture dell'arcidiocesi, ha aggiunto Fagan, "lavorano per creare ambienti sicuri, inclusa anche l'attenta selezione di coloro che hanno contatto con i minori". In ciascuna delle 199 parrocchie dell'arcidiocesi è presente un cosiddetto "child safeguarding rapresentative", ovvero un rappresentante e coordinatore dei servizi di prevenzione e di sostegno. Inoltre, finora, oltre 2.500 volontari hanno partecipato ai programmi di formazione sulla sicurezza, ai quali si aggiungono altre 17.000 persone tra personale religioso e laico, le quali prestano servizio stabilmente negli organismi ecclesiali.In concomitanza con la presentazione del programma, l'arcidiocesi di Dublino ha anche diffuso alcuni dati relativi al numero delle segnalazioni di nuovi casi di abusi compiuti dai religiosi: si tratta di nove denunce riferite a partire da dopo la pubblicazione, nel 2009, del "Rapporto Murphy", l'inchiesta giudiziaria relativa agli abusi.

L'Osservatore Romano