Cosa cerca Joseph Ratzinger - Benedetto XVI con questo nuovo libro?
“Si potrebbe dire, esagerando un po’, che volevo incontrare il vero Gesù (...) ho cercato di sviluppare una visione del Gesù dei Vangeli, una forma di ascolto che potesse trasformarsi in un incontro; ma anche, nell’ascolto di Gesù in comunione con i discepoli di ogni tempo, arrivare alla certezza della sua vera figura storica” (pag. 9).
Gesù è Dio? “In Gesù, Dio si è fatto uomo. Dio è entrato nel nostro stesso essere. In Lui, Dio è veramente il ‘Dio-con-noi’ (...) Far conoscere Cristo significa far conoscere Dio” (pag. 113).
Com’è possibile che Gesù fosse stato ricevuto con elogi a Gerusalemme e nel giro di pochi giorni fosse stato crocefisso?
“La scena dell’omaggio messianico a Gesù ebbe luogo al momento dell’ingresso nella città, e (...) i suoi protagonisti non furono gli abitanti di Gerusalemme, ma coloro che lo accompagnavano entrando con Lui nella Città Santa (...) Si era sentito parlare tanto del profeta che veniva da Nazaret, ma non sembrava avere alcuna rilevanza per Gerusalemme, non era conosciuto. La moltitudine di gente che osannava Gesù alla periferia della città non è la stessa che in seguito avrebbe chiesto la sua crocefissione” (pagine 18-19).
Cosa voleva Gesù quando si mise a lavare i piedi ai suoi discepoli?
“Gesù presta ai propri discepoli un servizio tipico degli schiavi (...) Con un atto simbolico, Gesù chiarisce l’insieme del suo servizio salvifico. Si spoglia del suo splendore divino, si inginocchia, per così dire, di fronte a noi, lava e asciuga i nostri piedi sporchi per renderci degni di partecipare al banchetto nuziale di Dio (...) Il gesto di lavare i piedi esprime precisamente questo: l’amore servizievole di Gesù è quello che ci libera dalla nostra superbia e ci rende adatti a Dio, ci rende ‘puri’” (pag. 73).
Pietro promette di essere fedele a Gesù, ma Gesù gli annuncia che lo rinnegherà tre volte. Quale mancanza riscontra Gesù nel suo approccio?
“Poiché è contrario alla croce, [Pietro] non può percepire la parola risurrezione e vorrebbe il successo senza la croce. Egli confida nelle proprie forze. Chi può negare che il suo atteggiamento rifletta la tentazione costante dei cristiani, anzi, anche della Chiesa, di raggiungere il successo senza la croce? Per questo gli è stata annunciata la sua debolezza, il triplice rinnegamento. Nessuno di per sé è abbastanza forte per percorrere la via della salvezza fino alla fine” (pag. 180).
Perché il pentimento di Giuda finisce male?
“Il suo pentimento si trasforma in disperazione. Ormai non vede altro che se stesso e le sue tenebre, non vede più la luce di Gesù, questa luce che può illuminare e superare perfino le tenebre. In questo modo, ci fa vedere il modo sbagliato di pentirsi: un pentimento che ormai non è in grado di sperare, dato che vede esclusivamente la propria oscurità, è distruttivo e non è un vero pentimento. La certezza della speranza forma parte del vero pentimento, una certezza che nasce dalla fede che la luce abbia maggior potere e si sia fatta carne in Gesù” (pagine 87-88).
Che importanza ha la Risurrezione di Gesù?
“La fede cristiana si mantiene o crolla con la verità della testimonianza che Cristo è resuscitato dai morti. Se si prescinde da questo, si possono indubbiamente ancora prendere dalla tradizione cristiana certe idee interessanti su Dio e l’uomo, sul suo essere uomo e il suo dover essere – una specie di concezione religiosa del mondo -, ma la fede cristiana resta morta (...) Soltanto se Gesù è resuscitato è successo qualcosa di veramente nuovo che cambia il mondo e la situazione dell’uomo. Quindi Lui, Gesù, diventa il criterio di cui possiamo fidarci. Poiché, ora, Dio si è manifestato veramente” (pagine 281-282).
Come fa l’uomo a trovare la vita eterna, secondo Gesù?
“L’uomo trova la vita quando si sostiene in Lui, che è la vita stessa. Quindi, molte cose nell’uomo possono essere abbandonate. La morte può portarlo via dalla biosfera, ma la vita che l’attraversa, la vita vera, quella persiste (...). Ciò che nessuna morte può togliere da questa vita è la relazione con Dio in Gesù Cristo” (pagine 104-105).
Perché Dio non si rivelò ai potenti del mondo, ma soltanto a un piccolo gruppo di discepoli?
“È tipico del mistero di Dio agire in maniera discreta. Solo, poco a poco, costruisce la sua storia nella grande storia dell’umanità. Si fa uomo, ma in un modo che può quasi essere ignorato dai suoi contemporanei e dai potenti della storia. Soffre e muore e, come Resuscitato, vuole arrivare all’umanità solo attraverso la fede dei suoi, ai quali si manifesta. Non smette di chiamare con soavità alle porte del nostro cuore e, se gli apriamo, ci rende lentamente capaci di “vedere”. Ma non è per caso questo lo stile divino? Non sopraffare con il potere esterno, bensì dare libertà, offrire e suscitare amore” (pag. 321).
Che senso ha la confessione, il sacramento della penitenza?
“In fondo ciò di cui si tratta è che la colpa non deve continuare a corrodere l’anima di nascosto, avvelenandola dall’interno. È necessaria la confessione. Poiché con la confessione la portiamo alla luce, la esponiamo all’amore purificatore di Cristo (cfr. Gv 3, 20s). Nella confessione il Signore torna a lavare di nuovo i nostri piedi sporchi e ci prepara per la comunione al tavolo con Lui” (pag. 93).
Gesù dice: “Io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo” (Mt 28,20). Come ci riesce? Dov’è?
“Il Signore si trova nelle sue Parole; nei sacramenti, specialmente nella Santa Eucarestia; entra nella vita attraverso fatti o parole. Però ci sono anche modalità di questa venuta che fanno epoca” (pag. 337).
Joseph Ratzinger-Benedetto XVI, Gesù di Nazaret - Dall’ingresso a Gerusalemme alla risurrezione, Libreria Editrice Vaticana, Città del Vaticano, 2011.
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