Prima, a inizio del mese prossimo, il prefetto della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (foto). Poi, a fine maggio, l’arcivescovo di Milano, con presa di possesso della diocesi entro la fine del mese di settembre. Sono queste le importanti decisioni che Papa Benedetto XVI è chiamato a prendere nell’immediato futuro. Due nomine capitali e che cadono pochi giorni dopo l’inizio, il 19 aprile, del settimo anno di pontificato di Joseph Ratzinger. A Propaganda Fide, dopo la nomina come segretario dell’arcivescovo Savio Hon Tai Fai, il primo cinese nella storia vaticana che ricopre un incarico superiore nella Curia romana, è atteso un prefetto italiano. Tra le diverse ipotesi il nome in pole position oggi è quello dell’arcivescovo Fernando Filoni, sostituto della Segreteria di Stato, tra le personalità della Curia romana più assiduamente a contatto con il Pontefice. Già nunzio in Iraq, Giordania e Filippine, sembra avere il curriculum giusto per occuparsi a tempo pieno delle terre di missione. Se scelto, sostituirà il card. Ivan Dias che giusto ieri, compiendo i 75 anni, è entrato in età pensionabile. Per il sostituto della Segreteria di Stato l’approdo alla guida di una delle nove Congregazioni della Curia romana è naturale. Oggi l’unico posto di prefetto disponibile è quello di Propaganda Fide. Il prossimo, probabilmente, sarà quello della Congregazione per la Dottrina della Fede. Il 15 giugno, infatti, il cardinale statunitense William Joseph Levada compirà 75 anni ma, è convinzione comune, resterà in sella all’ex Sant’Uffizio almeno per tutto il 2011. Filoni è un amministratore capace e competente. La Congregazione di Propaganda Fide viene da mesi piuttosto travagliati. Errori nella gestione del grande patrimonio immobiliare hanno creato diversi malumori entro le sacre mura. Di qui la spinta per un cambio ai vertici che riporti ordine a tutti i livelli. Dopo Propaganda Fide, Milano. La diocesi attende la nomina del successore dell’arcivescovo Dionigi Tettamanzi. Il nome del Patriarca di Venezia Angelo Scola sembra ancora oggi essere la prima scelta. Dopo Pasqua si riunirà la plenaria dei vescovi. Quindi la palla passerà al Papa. La possibilità che all’ultimo entri in corsa un outsider è remota seppure non è da escludere. Nel caso, la scelta ricadrà su una figura più giovane rispetto a Scola il quale, il prossimo novembre, compie 70 anni. Avrebbe dunque davanti solo cinque o sei anni di governo. E’ vero che Carlo Maria Martini quando entrò in diocesi aveva soltanto 53 anni. Ma il successore, Tettamanzi, aveva praticamente l’età che ha oggi Scola, 68 anni.
Paolo Rodari, Il Foglio