sabato 19 febbraio 2011

Mons. Fellay: distinguere l'obiettivo della Santa Sede e quello della Fraternità San Pio X dei colloqui dottrinali prossimi alla conclusione

Il Vaticano e i tradizionalisti lefebvriani non hanno un obiettivo comune nei colloqui dottrinali iniziati nell'ottobre 2009. Lo confessa lo stesso superiore della Fraternità Sacerdotale San Pio X, mons. Bernard Fellay (nella foto con Benedetto XVI), al sito La Porte Latine. ''Bisogna distinguere l'obiettivo di Roma e il nostro - dice il vescovo lefebvriano -. Roma ha indicato che c'erano dei problemi dottrinali con la Fraternità e che bisogna chiarirli prima di un riconoscimento canonico - problemi che sarebbero manifestamente di nostra responsabilità, dato che si tratta dell'accettazione del Concilio. Ma per noi si tratta di un'atra cosa, noi vogliamo dire a Roma quello che la Chiesa ha sempre insegnato e, quindi, manifestare le contraddizioni tra questo insegnamento secolare e ciò che si fa nella Chiesa a partire dal Concilio. Da parte nostra, questo è il solo obiettivo che perseguiamo''. Mons. Fellay spiega anche di non aver notato nessuna ''evoluzione'' del pensiero dei suoi interlocutori vaticani nel corso dei colloqui. D'altra paret, spiega, ''non si tratta nè di un negoziato, nè della ricerca di un compromesso, perchè è una questione di fede''. Per il vescovo lefebvriano, i colloqui sono prossimi alla conclusione ''perchè abbiamo trattato tutti i grandi temi posti dal Concilio'', anche se non si sbilancia sul loro esito. I lefebvriani non hanno nascosto la loro irritazione per alcune recenti mosse del Papa, dalla decisione di beatificare il suo predecessore, Giovanni Paolo II, a quella di convocare un meeting interreligioso ad Assisi quest'anno dopo quelli già tenuti nel 1986 e del 2002. Benedetto XVI è ''probabilmente impaurito delle violenze anticattoliche'' in Medio Oriente, come le bombe in Egitto e in Iraq, e per questo ha deciso di convocarlo. Forse, aggiunge, il Pontefice ha anche ''subito delle pressioni e delle influenze'' per dare il suo avallo: in passato, il card. Ratzinger aveva più volte espresso i suoi dubbi nei confronti dell'incontro di Assisi. L'incontro interreligioso per la pace, secondo Fellay, ''è un atto non dico di disperazione, ma cui manca disperatamente una causa''. Per il vescovo lefebvriano, Benedetto XVI e Giovanni Paolo II ''intendono l'ecumenismo nello stesso modo'', malgrado i distinguo fatti in passati che sono come ''spaccare un capello in quattro''. ''Cerca di giusitificare Assisi - prosegue Fellay -. Sono curioso di vedere come sarà possibile farlo il prossimo ottobre. Per il superiore tradizionalista, Papa Ratzinger ha sì ''una certa simpatia'' per i lefebvriani ma ''con dei limiti''.

Asca