martedì 23 agosto 2011

Benedetto XVI conclude a Madrid la XXVI Giornata Mondiale della Gioventù: con la gioia della fede sulle vie del mondo. Non abbiate paura del futuro!

L’appuntamento è per il 2013 a Rio de Janeiro, in Brasile. È lì che il Papa ha convocato il prossimo raduno internazionale della gioventù. E verso la città carioca Benedetto XVI ha già invitato a mettersi in cammino i giovani dei cinque continenti che hanno partecipato alla XXVI Giornata Mondiale della Gioventù, conclusasi domenica 21 agosto a Madrid. Con l’esplicita raccomandazione, rivolta loro al momento del congedo, di "diffondere in ogni angolo del mondo la gioiosa e profonda esperienza di fede" vissuta in questi giorni nella capitale iberica. Il passaggio di testimone tra la gioventù spagnola e quella brasiliana è avvenuto simbolicamente al termine della Messa che il Pontefice ha presieduto domenica mattina sulla spianata dell’aeroporto di Cuatros Vientos. La grande croce di legno, simbolo delle GMG, è stata consegnata da un gruppo di giovani della Spagna ai loro coetanei del Paese latinoamericano. E proprio spiegando il senso di questo gesto il Papa ha affidato a tutti i presenti un "grande compito": portare "la conoscenza e l’amore di Cristo a tutto il mondo". Perché, ha affermato, "Egli vuole che siate suoi apostoli nel ventunesimo secolo e messaggeri della sua gioia". Già durante la veglia di preghiera celebrata sabato sera il Pontefice aveva ricordato ai giovani che, "anche in mezzo a contrarietà e sofferenze", nell’amore di Cristo c’è sempre "la fonte della gioia e dell’allegria". Da qui l’appello a non lasciarsi scoraggiare dalle avversità della vita. "Non abbiate paura del mondo, né del futuro, né della vostra debolezza" aveva raccomandato, aggiungendo: "Il Signore vi ha concesso di vivere in questo momento della storia, perché grazie alla vostra fede continui a risuonare il suo Nome in tutta la terra". Per Benedetto XVI, dunque, "vale la pena accogliere nel nostro intimo la chiamata di Cristo e seguire con coraggio e generosità il cammino che ci propone". La fede, infatti, non si oppone agli "ideali più alti" dell’uomo, ma "li eleva e li perfeziona". Aiutando così i giovani a riscoprire la loro vocazione nella Chiesa e nella società e "a perseverare in essa con allegria e fedeltà". Ma chi è veramente Gesù per l’umanità del nostro tempo? Il Papa se lo è chiesto parlando alla grande assemblea riunita domenica a Cuatros Vientos per la celebrazione eucaristica. E ha suggerito ai giovani di rispondere a questa domanda "con generosità e audacia", ripetendo a Cristo: "Voglio seguirti con fedeltà e lasciarmi guidare dalla tua parola. Tu mi conosci e mi ami. Io mi fido di te e metto la mia intera vita nelle tue mani. Voglio che tu sia la forza che mi sostiene, la gioia che mai mi abbandona". Proprio dall’amicizia con Gesù "nasce la spinta che conduce a dare testimonianza della fede negli ambienti più diversi, incluso dove vi è rifiuto o indifferenza". E il mondo di oggi, ha ribadito Benedetto XVI, "ha bisogno certamente di Dio". Ne ha dato prova durante i giorni della GMG la stessa società spagnola, che in una convivenza sanamente aperta, pluralistica e rispettosa - si è detto convinto il Papa nel discorso pronunciato domenica sera al momento del congedo - sa e può progredire senza rinunciare alla sua anima profondamente religiosa e cattolica".

L'Osservatore Romano