domenica 8 maggio 2011

Il Papa: rendere conto della speranza cristiana all’uomo moderno sopraffatto da problematiche che pongono in crisi i fondamenti del suo essere e agire

Nel Parco San Giuliano di Mestre il Papa ha presieduto la Celebrazione Eucaristica per i fedeli di tutto il Nordest. A concelebrare la Santa Messa, in parte in italiano e in parte in latino, sul palco, con alle spalle la struttura che riproduce i mosaici interni alla Basilica di San Marco, assieme a Benedetto XVI 40 vescovi e 600 sacerdoti oltre a diaconi e seminaristi delle diocesi del Triveneto. A ricordare la vocazione 'internazionale' della chiesa di Aquileia sono state anche le preghiere dei fedeli che sono state lette in italiano, tedesco, sloveno, ungherese e croato. Tra i momenti più toccanti i canti liturgici: 1.066 i cantori provenienti da tutti i cori del Veneto diretti dal maestro Alessio Randon. Le musiche della celebrazione sono state composte dal maestro don Italo Bianchi, compositore di musica sacra di fama internazionale. Nel saluto iniziale al Papa, il Patriarca di Venezia Angelo Scola ha ricordato le comuni radici cristiane “dei popoli latini, slavi e germanici”, affermando come le Chiese nate da Aquileia, 57 diocesi tra Veneto, Friuli, Trentino, Lombardia, fino ai Paesi europei di confine e alla Baviera, abbiano ancora oggi “un nuovo compito comune a favore del nostro fratello uomo, per annunciare la bellezza di Cristo a tutte le nostre genti”.
All'inizio dell'omelia il Santo Padre si è detto lieto di celebrare l'Eucarestia nel parco mestrino: "Uno spazio dove abitualmente non si celebrano riti religiosi, ma manifestazioni culturali e musicali - ha detto -. Oggi questo spazio ospita Gesù risorto". Parole di gioia e speranza quelle del Papa, perchè la “conversione cristiana è anche e soprattutto fonte di gioia, di speranza e di amore. Essa è sempre opera di Cristo risorto, Signore della vita, che ci ha ottenuto questa grazia per mezzo della sua passione e ce la comunica in forza della sua risurrezione”.
Così come il tema della visita, "Tu conferma la nostra fede", il Pontefice ha affermato: "Sono venuto tra voi come vescovo di Roma, e continuatore del ministero di Pietro, per confermarvi nella fedeltà al Vangelo". "Come in passato, quando le comunità nate da Aquileia si distinsero per fervore apostolico e dinamismo pastorale, anche oggi occorre promuovere e difendere con coraggio la verità e l'unità di fede. Occorre rendere conto della speranza cristiana all'uomo moderno, sopraffatto non di rado da vaste ed inquietanti problematiche che pongono in crisi i fondamentali del suo stesso agire". Benedetto XVI non ha mancato di ricordare come nei secoli il cristianesimo abbia accompagnato il cammino di tanti popoli. Una fede che oggi trova testimonianze nelle chiese, nell’arte, negli ospedali, nelle biblioteche del territorio e nella tutela dell’ambiente. Il Pontefice ha sottolineato un rischio presente oggi nella Chiesa: “Questo essere di Cristo rischia di svuotarsi della sua verità e dei suoi contenuti più profondi; rischia di diventare un orizzonte che solo superficialmente - e negli aspetti piuttosto sociali e culturali -, abbraccia la vita; rischia di ridursi ad un cristianesimo nel quale l’esperienza di fede in Gesù crocifisso e risorto non illumina il cammino dell’esistenza”, situazione simile a quella dei discepoli di Emmaus che “facevano ritorno a casa immersi nel dubbio, nella tristezza e nella delusione”. “Il problema del male, del dolore e della sofferenza, il problema dell’ingiustizia e della sopraffazione, la paura degli altri, degli estranei e dei lontani che giungono nelle nostre terre e sembrano attentare a ciò che noi siamo, portano i cristiani di oggi a dire con tristezza: noi speravamo che il Signore ci liberasse dal male, dal dolore, dalla sofferenza, dalla paura, dall’ingiustizia”.
E proprio dall’episodio di Emmaus il Papa ha tratto alcune indicazioni per una conversione all’essere Santi: occorre “lasciarsi istruire da Gesù...ascoltando e amando la Parola di Dio”, “sedersi a tavola con il Signore” nell’Eucaristia, “rimanere con Gesù che è rimasto con noi, assimilare il suo stile di vita donata, scegliere con lui la logica della comunione tra di noi, della solidarietà e della condivisione”. “C’è un grande sforzo da compiere – ha sottolineato il Papa - perché ogni cristiano, qui nel Nord-est come in ogni altra parte del mondo, si trasformi in testimone, pronto ad annunciare con vigore e con gioia l’evento della morte e della risurrezione di Cristo”. "Conosco - ha assicurato il Pontefice - la cura che, come Chiese del Triveneto, ponete nel cercare di comprendere le ragioni del cuore dell'uomo moderno e come, richiamandovi alle antiche tradizioni cristiane, vi preoccupate di tracciare le linee programmatiche della nuova evangelizzazione, guardando con attenzione alle numerose sfide del tempo presente e ripensando il futuro di questa regione". "Desidero, con la mia presenza, sostenere - ha sottolineato - la vostra opera e infondere in tutti fiducia nell'intenso programma pastorale avviato dai vostri Pastori, auspicando un fruttuoso impegno da parte di tutte le componenti della Comunità ecclesiale". Anche un popolo cattolico, infatti, “può avvertire in senso negativo” i contraccolpi di una cultura che finisce per insinuare un modo di pensare nel quale viene “rifiutato” od ostacolato il messaggio evangelico: “Vi incoraggio a non cedere mai alle ricorrenti tentazioni della cultura edonistica ed ai richiami del consumismo materialista”.

Benedetto XVI ha invitato i fedeli: “Siate santi! Ponete al centro della vostra vita Cristo! Costruite su di Lui l’edificio della vostra esistenza. In Gesù troverete la forza per aprirvi agli altri e per fare di voi stessi, sul suo esempio, un dono per l’intera umanità”. In particolare, il Papa ha invitato “le Chiese generate da Aquileia” a unire “popoli di lingue e culture diverse”, davanti ai fenomeni di immigrazione contemporanea, sostenuti “dalla fede in Cristo e dalla civiltà ispirata dall’insegnamento evangelico, la Civiltà dell’Amore”. "La fede cristiana - ha assicurato Papa Ratzinger - può sicuramente contribuire alla concretezza di un tale programma, che interessa l'armonico ed integrale sviluppo dell'uomo e della società in cui egli vive". "La mia presenza tra voi vuole essere perciò - ha concluso - anche un vivo sostegno agli sforzi che vengono dispiegati per favorire la solidarietà fra le vostre diocesi del Nord-est. Vuole essere, inoltre, un incoraggiamento per ogni iniziativa tendente al superamento di quelle divisioni che potrebbero vanificare le concrete aspirazioni alla giustizia e alla pace". Ricordando gli esempi di santità venuti da queste terre il Papa ha citato, con Pio X e Giovanni XXIII, anche ''il venerabile Giuseppe Toniolo la cui Beatificazione, - ha ricordato - è ormai prossima. Questi luminosi testimoni del Vangelo sono la più grande ricchezza del vostro territorio: seguite i loro esempi - ha incoraggiato- e i loro insegnamenti, coniugandoli con le esigenze attuali''.

Adnkronos, Corriere del Veneto.it, AsiaNews

VISITA PASTORALE AD AQUILEIA E VENEZIA (7-8 MAGGIO 2011) - III - il testo integrale dell'omelia del Papa