''All'interno dei loro ambiti di competenza - ha detto il Papa nel suo discorso -, le scienze umane e naturali ci forniscono una comprensione inestimabile di aspetti della nostra esistenza ed approfondiscono la nostra comprensione del modo in cui opera l'universo fisico, il quale può essere utilizzato per portare grande beneficio alla famiglia umana. E tuttavia queste discipline non danno risposta, e non possono darla, alla domanda fondamentale, perchè operano ad un livello totalmente diverso''. Benedetto XVI ha ricordato che le scienze ''non possono soddisfare i desideri più profondi del cuore umano, nè spiegarci pienamente la nostra origine ed il nostro destino, per quale motivo e per quale scopo noi esistiamo, nè possono darci una risposta esaustiva alla domanda: 'Per quale motivo esiste qualcosa, piuttosto che il niente'?'''.
La gratitudine del Papa per la “importante testimonianza” che danno “uomini e donne dello spirito” “in un tempo nel quale le convinzioni religiose non sono sempre comprese o apprezzate”. “A livello spirituale tutti noi, in modi diversi, siamo personalmente impegnati in un viaggio che offre una risposta importante alla questione più importante di tutte, quella riguardante il significato ultimo dell’esistenza umana. La ricerca del sacro non svaluta altri campi dell'indagine umana''. ''Al contrario - ha spiegato -, li pone in un contesto che amplifica la loro importanza quali vie mediante le quali esercitare responsabilmente il nostro essere amministratori della creazione''. “La ricerca del sacro – ha spiegato - è la ricerca dell’unica cosa necessaria, l’unica a soddisfare le aspettative del cuore umano”. E “la vostra presenza e testimonianza nel mondo – ha aggiunto il Papa rivolto ai leader delle altre religioni – indica la fondamentale importanza per la vita umana di questa ricerca spirituale nella quale siamo impegnati”. ''Sin dal Concilio Vaticano II la Chiesa Cattolica ha posto speciale enfasi sull'importanza del dialogo e della collaborazione con i seguaci di altre religioni. E perchè sia fruttuoso, occorre reciprocità da parte di tutte le componenti in dialogo e da parte dei seguaci delle altre religioni''. ''Penso in particolare - ha aggiunto - a situazioni in alcune parti del mondo, in cui la collaborazione e il dialogo fra religioni richiede il rispetto reciproco, la libertà di praticare la propria religione e di compiere atti di culto pubblico, come pure la libertà di seguire la propria coscienza senza soffrire ostracismo o persecuzione, anche dopo la conversione da una religione ad un'altra''.
''Una volta che tale rispetto e attitudine aperta sono stabiliti - ha concluso Benedetto XVI -, persone di tutte le religioni lavoreranno insieme in modo efficace per la pace e la mutua comprensione, offrendo perciò una testimonianza convincente davanti al mondo''. “I cattolici, sia in Gran Bretagna sia in tutto il mondo, - ha rassicurato Benedetto XVI - continueranno ad edificare ponti di amicizia con altre religioni, per sanare gli errori del passato e per promuovere fiducia fra individui e comunità”. In precedenza, il Papa ha rivolto oggi i suoi auguri agli ebrei per la festività di Yom Kippur che inizia oggi pomeriggio al tramonto. Il Pontefice ha voluto ''formulare'' i suoi ''voti alla comunità ebraica in Gran Bretagna ed in tutto il mondo per una celebrazione felice e santa dello Yom Kippur''. L'incontro con i leader religiosi e' stato fissato nella giornata di oggi, già ricca di appuntamenti, proprio per permettere ai leader ebraici di partecipare prima dell'inizio delle festività. E parole di grande stima e gratitudine ha reso al Papa, il capo rabbino Lord Sacks. “45 anni fa – ha ricordato - fu la "Nostra Aetate" a realizzare la più grande trasformazione nelle relazioni interreligiose” e “la sua visita qui, oggi segna un nuovo e vitale capitolo di quella storia".
Asca, Radio Vaticana, SIR
VIAGGIO APOSTOLICO DI SUA SANTITÀ BENEDETTO XVI NEL REGNO UNITO (16-19 SETTEMBRE 2010) (V) - il testo integrale del discorso del Papa