Alle 10.00 di questa mattina, nella Sala Bologna del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Benedetto XVI ha presieduto una riunione dei capi dicastero della Curia romana. Lo rende noto la Sala Stampa vaticana. Si tratta di riunioni relativamente rare, che si tengono una o due volte l'anno per migliorare il ''coordinamento'' della Curia romana su temi di particolare rilevanza. Da quanto si apprende, tra gli argomenti in agenda per questa "interdicasteriale" c’era la vita consacrata e l’esercizio dell’autorità in alcuni istituti religiosi e aggregazioni ecclesiali. Temi in parte trattati nel corso della plenaria della Congregazione per gli istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica, tenutasi a Roma nel settembre 2005. In particolare la dicussione è ruotata attorno a due punti. Il primo riguarda la distinzione tra comunità religiose maschili e comunità religiose femminili: l’intenzione sarebbe quella di marcare maggiormente la necessità di vite comunitarie separate, al contrario di quanto avviene in alcune comunità. Al tempo stesso, si sarebbe sottolineata la necessità di distinguere bene la vita religiosa consacrata dalla vita laicale. Inoltre, si sarebbe discusso sul fatto che i laici responsabili di un movimento o di un’associazione, non dovrebbero esercitare una giurisdizione sui sacerdoti e sui religiosi. Deve sempre esserci un sacerdote responsabile per i preti e i religiosi membri del movimento. Contributi su questo sono venuti dal Prefetto della Congregazione dei vescovi, il card. Marc Ouellet, e dal presidente del Pontificio consiglio per i laici, il card. Stanislaw Rylko. Il secondo punto all’ordine del giorno avrebbe riguardato l’esercizio dell’autorità da parte dei fondatori di ordini religiosi e forme di vita consacrata. Una relazione in particolare, preparata dal cardinale Segretario di Stato Tarcisio Bertone, ha trattato il tema dell’obbedienza richiesta al fondatore, che rischia in taluni casi di legare i membri dell’istituto a quella persona, facendo passare in secondo piano l’appartenenza ecclesiale e l’adesione al magistero della Chiesa. Sono stati citati casi estremi di plagio, e in qualche raro ma dolorosissimo caso, gli abusi sessuali. In tempi recenti un problema, oramai ben noto, era sorto con il fondatore dei Legionari di Cristo il quale aveva imposto per decenni il divieto di criticare l’operato o la persona del superiore, obbligandoli ad avvertire il superiore stesso, qualora un confratello lo avesse fatto. Gli ultimi due 'Consigli dei ministri' vaticani risalgono al 22 gennaio e al 12 novembre dell'anno scorso: nel primo caso trapelò che venne affrontata una ''questione molto delicata'', forse la crisi della Chiesa irlandese in seguito allo scandalo pedofilia; a novembre, invece, tema della riunione fu la nuova evangelizzazione. Nei tre anni precedenti al 2010, stando alle comunicazioni ufficiali, non si erano invece tenuti incontri dei capi dicastero della Curia.
Asca - Andrea Tornielli, Sacri Palazzi
RIUNIONE DEI CAPI DICASTERO DELLA CURIA ROMANA