Benedetto XVI aprirà, stasera alle 19.30 nella Basilica di San Giovanni in Laterano, il Convegno ecclesiale della diocesi di Roma, a conclusione dell’Anno pastorale. Il tema di quest’anno, dedicato all'iniziazione cristiana, è tratto da un passo degli Atti degli Apostoli: “Si sentirono trafiggere il cuore. La gioia di generare alla fede nella Chiesa di Roma”. Si tratta del settimo Convegno diocesano per Joseph Ratzinger da quando è stato eletto alla Cattedra di Pietro. Testimoniare la gioia della fede in ogni ambito della vita: si può riassumere così, in estrema sintesi, il mandato che Benedetto XVI ha consegnato alla sua diocesi in questi anni. Nel suo primo discorso ad un Convegno ecclesiale diocesano, ad un mese e mezzo dall’elezione al Soglio di Pietro, il Papa si è soffermato in particolare sulla trasmissione della fede nella famiglia, prima comunità cristiana. Ed ha legato l’annuncio della fede nelle famiglie alla difesa, senza condizioni, della vita: “Nell’uomo e nella donna la paternità e la maternità, come il corpo e come l’amore, non si lasciano circoscrivere nel biologico: la vita viene data interamente solo quando con la nascita vengono dati anche l’amore e il senso che rendono possibile dire sì a questa vita” (6 giugno 2005).
L’anno dopo, il Papa volge lo sguardo ai giovani, alla sfida fondamentale dell’educazione auspicando che le nuove generazioni possano fare esperienza della Chiesa come di una compagnia di amici. Proprio ai ragazzi si rivolge direttamente, sottolineando che la fede e l’etica cristiana “non vogliono soffocare ma rendere sano e davvero libero l’amore”: “Specialmente gli adolescenti e i giovani, che avvertono prepotente dentro di sé il richiamo dell’amore, hanno bisogno di essere liberati dal pregiudizio diffuso che il cristianesimo, con i suoi comandamenti e i suoi divieti, ponga troppi ostacoli alla gioia dell’amore, in particolare impedisca di gustare pienamente quella felicità che l’uomo e la donna trovano nel loro reciproco amore” (5 giugno 2006).
In tale occasione, inoltre, il Papa esorta i sacerdoti a “promuovere una vera e propria pastorale dell’intelligenza”, prendendo sul serio le domande dei giovani. E sull’importanza dell’educazione cristiana, torna a riflettere aprendo il Convegno diocesano del 2007. Di fronte al diffondersi del relativismo e del consumismo, avverte, serve un’autentica formazione cristiana: “In concreto, questo accompagnamento deve far toccare con mano che la nostra fede non è qualcosa del passato, che essa può essere vissuta oggi e che vivendola troviamo realmente il nostro bene. Così i ragazzi e i giovani possono essere aiutati a liberarsi da pregiudizi diffusi e possono rendersi conto che il modo di vivere cristiano è realizzabile e ragionevole, anzi, di gran lunga il più ragionevole" (11 giugno 2007).
Di appartenenza ecclesiale, spirito missionario e della preghiera il Papa parla nei due successivi Convegni ecclesiali della diocesi di Roma. Quindi, l’anno scorso si sofferma sul binomio Eucaristia e Carità. Dal Pontefice si leva la vibrante esortazione a mettere l’Eucaristia al centro della vita delle comunità cristiane. E ribadisce che la Messa va preparata e celebrata con intensa partecipazione interiore: “Esorto tutti a curare al meglio, anche attraverso appositi gruppi liturgici, la preparazione e la celebrazione dell’Eucaristia, perché quanti vi partecipano possano incontrare il Signore” (15 giugno 2010).
Nutrendoci di Lui, prosegue il Papa, siamo liberati dai vincoli dell’individualismo, e diventiamo una cosa sola. Solo così, soggiunge, possiamo seguire la logica del dono e trasformare il mondo intorno a noi: “La carità è in grado di generare un cambiamento autentico e permanente della società, agendo nei cuori e nelle menti degli uomini, e quando è vissuta nella verità è la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità intera” (15 giugno 2010).
Radio Vaticana