giovedì 17 settembre 2009

Padre Lombardi illustra il suo ruolo di portavoce della Santa Sede: la vocazione di comunicatore è una continuazione della vocazione sacerdotale

Il direttore della Sala Stammpa della Santa Sede, padre Federico Lombardi (nella foto con Benedetto XVI), considera che la sua chiamata a lavorare nel campo della comunicazione ecclesiale non abbia implicato un “cambiamento di direzione nel servizio spirituale e sacerdotale”, ma “un approfondimento: va in questa direzione e porta allo stesso messaggio”. “La vocazione di comunicatore è per me una continuazione della vocazione religiosa e sacerdotale. Se non fossi sacerdote, non sarei comunicatore, farei altre cose”, ha detto il gesuita in un'intervista all'agenzia portoghese Ecclesia. La “vocazione di parlare, di annunciare il Vangelo è, naturalmente, anche una vocazione di comunicazione”, ha spiegato. Padre Lombardi riconosce che c'è stata la necessità di un approfondimento tecnico e professionale per agire nel campo dei media. Il motivo che lo ha portato a collaborare con la rivista La Civiltà Cattolica all'inizio degli anni Settanta, ricorda, è stato il fatto di aver scritto alcuni articoli sui lavoratori italiani emigrati in Germania. “Non l'ho fatto per diventare giornalista, ma per servire quei lavoratori. In questo senso, cerco sempre di far sì che comunicare diventi un servizio, nelle questioni importanti nella vita delle persone”. “E' ovvio che non mi dispiace che questo sia diventato il centro della mia vita, nella fattispecie al servizio del Santo Padre e delle istituzioni del Vaticano. Lo vedo come un contributo al servizio delle persone”, afferma. Circa le sue funzioni in Vaticano, padre Lombardi spiega di non essere “un portavoce personale del Papa; non mi chiama per inviare messaggi specifici attraverso di me”. “Io sono direttore della Sala Stampa della Santa Sede, che ha la missione di diffondere le informazioni ufficiali, diciamo così – comunicati, testi del Papa –, che mi giungono attraverso la Segreteria di Stato e altre istituzioni del Vaticano”. “Sicuramente ho occasioni personali per vedere il Papa e parlare con lui, ad esempio dopo udienze importanti con i Capi di Stato e altre grandi personalità. Parlo con lui del contenuto degli incontri, per redigere il comunicato, e confronto quello che mi dice con la Segreteria di Stato, che può avere altre informazioni”. Circa le sfide della Sala Stampa della Santa Sede, padre Lombardi segnala che questa “impara a rispondere, cerca di seguire l'evoluzione” nel campo dei media, soprattutto su Internet. Questa evoluzione, però, “è così rapida e così ampia che è molto difficile riuscire a rispondere allo stesso livello di evoluzione mondiale, ma svolgiamo il nostro compito”. “Una cosa molto importante, in questo senso, è sviluppare il legame tra le varie agenzie e sale stampa della Chiesa, per poter lanciare rapidamente un messaggio da Roma, se c'è qualcosa di urgente, dando un senso di partecipazione e sicurezza – ha concluso –. Penso che sia possibile fare passi avanti molto importanti”.

Zenit