"La famiglia, che anche in Africa costituisce la cellula primaria della società, oggi viene minacciata da correnti ideologiche provenienti anche dall'esterno". Lo ha detto Benedetto XVI prima della preghiera dell'Angelus che ha guidato, al termine della Messa conclusiva del Sinodo per l'Africa, sul sagrato della Basilica di San Pietro. Il Papa ha rilevato che in Africa oggi sono in particolare i giovani ad essere "esposti a questo tipo di pressione, influenzati da modelli di pensiero e di comportamento che contrastano con i valori umani e cristiani dei popoli africani". Al Sinodo, ha affermato, "sono emersi i problemi attuali dell'Africa e il suo grande bisogno di riconciliazione, di giustizia e di pace. Proprio a questo la Chiesa risponde riproponendo, con rinnovato slancio, l'annuncio del Vangelo e l'azione di promozione umana". "Ricordando il viaggio apostolico che ho compiuto in Camerun e Angola nello scorso mese di marzo, e che aveva anche lo scopo di avviare la preparazione immediata del secondo Sinodo per l'Africa, oggi - ha continuato il Papa - desidero rivolgermi a tutte le popolazioni africane, in particolare a quanti condividono la fede cristiana, per consegnare loro idealmente il Messaggio finale di questa Assemblea sinodale: un Messaggio che parte da Roma, sede del Successore di Pietro, che presiede alla comunione universale, ma si può dire, in un senso non meno vero, che esso ha origine nell'Africa, di cui raccoglie le esperienze, le attese, i progetti, e adesso ritorna all'Africa, portando la ricchezza di un evento di profonda comunione nello Spirito Santo". "Cari fratelli e sorelle che mi ascoltate dall'Africa, affido in modo speciale alla vostra preghiera - sono state ancora le parole del Pontefice - i frutti del lavoro dei Padri sinodali, e vi incoraggio ad essere sale e luce nell'amata terra africana".Poi l'annuncio che il prossimo anno è prevista un'Assemblea speciale per il Medio Oriente del Sinodo dei Vescovi. "In occasione della mia visita a Cipro - ha detto - avrò il piacere di consegnare l'Instrumentum laboris di tale assise". Il Papa visiterà Cipro nel giugno 2010 e in quella occasione consegnerà ai vescovi della Regione il documento che fa da base alla preparazione dell'assise.
Dopo la recita della preghiera mariana, in collagamento con Piazza del Duomo a Milano, il Papa ha ricordato la figura di don Carlo Gnocchi, proclamato beato davanti a più di 40mila persone. Papa Ratzinger ha ricordato l' attività di educatore, e la tragica ritirata di Russia che accompagnò in veste di cappellano degli Alpini. Scampato "alla morte per miracolo" - ha ricordato il Pontefice - "progettò di dedicarsi interamente ad un'opera di carità". "Così - ha aggiunto - nella Milano in ricostruzione, don Gnocchi lavorò per 'restaurare la persona umana', raccogliendo i ragazzi orfani e mutilati e offrendo loro assistenza e formazione. Diede tutto se stesso fino alla fine, e morendo donò le cornee a due ragazzi ciechi". La Fondazione che porta il suo nome - ha sottolineato il Papa - è "tuttora all'avanguardia nella cura di persone che necessitano di terapie riabilitative". "Mentre saluto il card. Tettamanzi, arcivescovo di Milano, e mi rallegro con l'intera Chiesa ambrosiana - ha concluso Papa Ratzinger - faccio mio il motto di questa beatificazione: 'Accanto alla vita, sempre'".
Apcom, Agi, Il Giornale