mercoledì 30 dicembre 2009

Il rabbino Di Segni: la visita del Papa alla Sinagoga di Roma una tappa fondamentale nel dialogo. Ma non mancano le critiche sulle solite questioni

La visita di Benedetto XVI alla Sinagoga di Roma, domenica 17 gennaio, è attesa dalla Comunità Ebraica della Capitale "con la consapevolezza che si tratta di un avvenimento importante, di una tappa fondamentale nel dialogo". Lo afferma il rabbino capo, Riccardo Di Segni che in un'intervista alla Radio Vaticana parla di "una grande attesa per tutto ciò che questo evento potrà significare in termini di prospettive del clima generale". In proposito, Di Segni ricorda quanto ha rappresentato peri rapporti tra ebrei e cattolici la visita di Giovanni Paolo II del 13 aprile del 1986: "Essenzialmente - spiega - la caduta di un muro di diffidenza: ne abbiamo avuto proprio la sensazione palpabile nel corso degli anni". Dunque la visita di Papa Ratzinger, dice il rabbino, viene vista come "un gesto di continuità, prima di tutto". Nell'intervista, Di Segni ricorda le incomprensioni degli ultimi tempi per la preghiera del Venerdì Santo per gli ebrei e la beatificazione di Pio XII citando però in positivo "i chiarimenti" avuti dal card. Bagnasco, che "nella sua qualità di presidente della Conferenza Episcopale italiana, ha dichiarato esplicitamente che la Chiesa Cattolica non ha intenzioni conversionistiche nei confronti degli ebrei, "le parole di padre Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, dopo la pubblicazione del Decreto sulle virtù eroiche di Pio XII". "Il chiarimento di padre Lombardi - afferma - penso sia importante e come tale debba essere riconosciuto e non minimizzato, ha avuto un senso nel cambiare un clima, nel senso che ha dato un segno della sensibilità vaticana alla reazione ebraica a questo Decreto".

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