lunedì 15 marzo 2010

XXV Giornata Mondiale della Gioventù. Don Anselmi: il Papa ben conosce le difficoltà dei giovani in questi tempi ma nonostante ciò ha fiducia in loro

“Un testo in cui emerge un invito ai giovani quasi mistico a cercare il volto di Cristo per poterlo poi riproporre nella vita di tutti i giorni, ma provoca anche il mondo degli adulti”. Così don Nicolò Anselmi, direttore del Servizio nazionale della CEI per la pastorale giovanile, commenta all'agenzia SIR il messaggio di Benedetto XVI per la XXV Giornata Mondiale della Gioventù. “La mistica .afferma don Anselmi - non è staccata dalla concretezza. Il Papa ci insegna che vivere in Cristo orienta la nostra vita quotidiana. Una persona che prega, che opera alla luce di Dio non è fuori dal mondo, tutt’altro”. A colpire il responsabile della pastorale giovanile è anche il riferimento ai dieci Comandamenti: “Non sono prescrizioni ossessive ma strumenti per ordinare ed orientare la propria vita verso la libertà, la felicità l’eternità. Colpisce molto anche l’esortazione ai giovani a tenere presente la propria vita nel più ampio progetto della vita eterna”. Benedetto XVI, aggiunge don Anselmi, “mostra di ben conoscere le difficoltà in cui versano le nuove generazioni in questi tempi, come la disoccupazione, la mancanza di riferimenti ideali certi e di prospettive concrete per il futuro. Ma nonostante ciò ha fiducia in loro”. Il Messaggio rappresenta uno stimolo anche per il mondo degli adulti e degli educatori: “Come pastorale giovanile – ammette il sacerdote - dobbiamo interrogarci e farci interpellare dalle situazioni concrete in cui versano i nostri giovani, che vanno dallo studio, al lavoro, alla vita familiare, affettiva ed aiutarli a guardare il mondo con occhi di Dio. L’esempio dei Santi proposto da Benedetto XVI, in questo senso, è di grande aiuto anche per noi. I Santi affascinano i giovani, le loro storie sono vere, sono luoghi in cui i ragazzi possono vedere come il Vangelo vissuto possa cambiare le persone e il mondo”.

SIR