giovedì 24 giugno 2010

'Caritas in veritate'. Ettore Gotti Tedeschi: per il Papa è l'uomo che usa male e può rovinare strumenti buoni. La crisi frutto di scelte morali

''Come leggere il decalogo cominciando dal secondo comandamento e saltando il primo'': per Ettore Gotti Tedeschi, presidente dello Ior ed editorialista de L'Osservatore Romano per i temi economici, è così che molti si sono avvicinati alla "Caritas in veritate", l'Enciclica sullo sviluppo umano pubblicata l'anno scorso da Papa Benedetto XVI dopo una lunga gestazione. Gotti Tedeschi ha partecipato ad una tavola rotonda nell'ambito del VII Simposio Internazionale dei docenti universitari su ''Caritas in veritate. Verso un'economia al servizio della famiglia umana. Persona, Società, Istituzioni''. Per il presidente dello Ior, in molti si sono avvicinati al testo papale in cerca di ''ricette sul capitalismo o sull'economia'' perchè ''il Papa non fa lezione di economia'', ovvero ''non spiega come cambiare uno strumento''. Le diverse soluzioni economiche sono infatti dei semplici ''strumenti'', secondo il banchiere vaticano, e Papa Ratzinger ''sa bene il problema non sono gli strumenti ma l'uomo. E' l'uomo che usa male e può rovinare strumenti buoni''. Gotti Tedeschi ha criticato chi si trova ''d'accordo sugli aspetti razionali dell'Enciclica avendo letto dal primo al sesto capitolo ma ignorando l'introduzione che invece equivale al primo comandamento''. L'introduzione spiega, ha ricordato il banchiere, che ''la verità viene prima della liberta''': ''Se non si accetta questo è inutile andare avanti nella lettura''. Benedetto XVI, ha proseguito, spiega che la crisi è la conseguenza ''di scelte morali, non economiche. Di un processo secondo cui gli strumenti finanziari hanno assunto autonomia morale''. ''Se l'uomo non tornerà all'etica - ha concluso -, la tecnica così avanzata prenderà definitivamente il sopravvento e finirà per gestirlo''.

Asca