lunedì 29 novembre 2010

Il Papa ai vescovi filippini: la Chiesa deve essere libera di predicare la fede. Bene l'impegno per la vita, la giustizia e contro la corruzione

La Chiesa Cattolica nelle Filippine è ben viva all’interno del Paese: lo dimostrano i suoi vari interventi nei punti nodali della società: dalla difesa della vita e della famiglia secondo l’ottica cristiana, alla lotta contro la corruzione e la pena di morte. Lo ha constatato Benedetto XVI all’udienza concessa al gruppo di oltre 30 presuli filippini, impegnati in questi giorni nella visita ad Limina in Vaticano. Un impegno particolare, il Papa lo ha chiesto ai laici cristiani impegnati nel settore dei media perché contribuiscano a rendere “attraente” il messaggio del Vangelo. La Chiesa non fa politica e questo assioma, che viene dal Concilio Vaticano II, è diventato specie da allora un fulcro del Magistero dei Papi del Novecento. Ciò detto, ha ribadito Benedetto XVI ai vescovi filippini, la Chiesa contribuisce soprattutto alla costruzione di un giusto ordine sociale e di carità, e “predicando la verità evangelica – così come scritto nella "Gaudium et spes" – e illuminando tutti i settori dell'attività umana con la sua dottrina e con la testimonianza resa dai cristiani, rispetta e promuove anche la libertà politica e la responsabilità dei cittadini”. La Chiesa, ha precisato Benedetto XVI, deve essere libera "di predicare la fede, per insegnare la sua dottrina sociale...ed esprimere giudizi morali in quelle materie che riguardano l'ordine pubblico, ogni volta che i diritti umani fondamentali di una persona o la salvezza delle anime lo richiedano”. Una premessa, quella del Papa, pienamente calzante con il lavoro svolto dalla Chiesa del Paese che, in tutta l’Asia, vanta il maggior numero di cattolici, circa il 95%, degli oltre 90 milioni di abitanti. A volte, ha affermato il Pontefice, il compito della proclamazione del Vangelo “tocca temi rilevanti per la sfera politica” e il Papa ha detto esplicitamente di apprezzare la Chiesa delle Filippine “per la parte di impegno che ha svolto a sostegno della vita umana dal concepimento fino alla morte naturale, e in difesa dell’integrità del matrimonio e della famiglia. In questi ambiti si stanno promuovendo verità sulla persona umana e sulla società che derivano non solo dalla Rivelazione divina, ma anche dalla legge naturale, un ordine che è accessibile alla ragione umana e quindi fornisce una base per il dialogo e un più profondo discernimento da parte di tutte le persone di buona volontà. Noto anche con apprezzamento il lavoro che svolge la Chiesa per l'abolizione della pena di morte nel suo Paese”. Un altro settore specifico in cui la Chiesa “deve sempre trovare una sua voce” riguarda, ha indicato Benedetto XVI, il campo della comunicazione sociale e dei media: “Una voce unificata e positiva deve essere presentata al pubblico attraverso media vecchi e nuovi, in modo che il messaggio del Vangelo possa avere un impatto sempre più forte sul popolo della nazione. E' importante che il laicato cattolico esperto in comunicazioni sociali occupi il posto che gli compete nel proporre il messaggio cristiano in modo convincente e attraente”. In modo sintetico, il Papa si è poi soffermato su un terzo e non meno importante aspetto della missione della Chiesa all’interno della società: l’impegno nelle questioni economiche e sociali, in particolare per quanto riguarda i più poveri e i più deboli. “E' incoraggiante – ha riconosciuto – vedere come questo lavoro abbia dato i suoi frutti, con le istituzioni caritative cattoliche impegnate in tutto il Paese”. “Molti dei vostri concittadini restano senza lavoro, o un’adeguata istruzione o servizi base, cosicché le vostre prese di posizione profetiche e la vostra azione caritativa in favore dei poveri continuano a essere molto apprezzate. In aggiunta a questo sforzo, vi siete giustamente preoccupati di avere in corso un’azione di lotta contro la corruzione, poiché la crescita di un'economia giusta e sostenibile sarà possibile solo quando vi sarà una chiara e coerente applicazione dello Stato di diritto in tutto il Paese”.