“Il Verbo si fece carne”. Rivolgendosi al mondo intero, Benedetto XVI ha annunciato con gioia il messaggio straordinario del Natale ed esprime particolare vicinanza a quanti soffrono a causa di guerre e catastrofi naturali e a quanti sono perseguitati per la loro fede in Gesù Cristo. Dio, ha sottolineato il Papa in questo giorno di speranza, “è venuto ad abitare in mezzo a noi”, “Dio non è lontano”. Non è uno sconosciuto, ma “ha un volto, quello di Gesù”. “È un messaggio sempre nuovo, sempre sorprendente, perché oltrepassa ogni nostra più audace speranza. Soprattutto perché non è solo un annuncio: è un avvenimento, un accadimento, che testimoni credibili hanno veduto, udito, toccato nella Persona di Gesù di Nazareth!”. Di fronte alla rivelazione che il Verbo si è fatto carne, ha constatato il Papa, riemerge la domanda: come sia possibile? “Il Verbo e la carne sono realtà tra loro opposte, come può la Parola eterna e onnipotente diventare un uomo fragile e mortale? Non c’è che una risposta: l’Amore. Chi ama vuole condividere con l’amato, vuole essere unito a lui, e la Sacra Scrittura ci presenta proprio la grande storia dell’amore di Dio per il suo popolo, culminata in Gesù Cristo”. In realtà, ha osservato il Pontefice, Dio non cambia, è fedele a Se stesso: “Dio non muta, Egli è Amore da sempre e per sempre. E’ in Se stesso Comunione, Unità nella Trinità ed ogni sua opera e parola mira alla comunione”. L’incarnazione, dunque, “è il culmine della creazione”.
“Il Verbo si fece carne. La luce di questa verità si manifesta a chi la accoglie con fede, perché è un mistero d’amore. Solo quanti si aprono all’amore sono avvolti dalla luce del Natale. Così fu nella notte di Betlemme, e così è anche oggi”. “L’incarnazione del Figlio di Dio – ha aggiunto – è un avvenimento che è accaduto nella storia, ma nello stesso tempo la oltrepassa. Nella notte del mondo si accende una luce nuova, che si lascia vedere dagli occhi semplici della fede, dal cuore mite e umile di chi attende il Salvatore. Se la verità fosse solo una formula matematica, in un certo senso si imporrebbe da sé. Se invece la Verità è Amore, domanda la fede, il ‘sì’ del nostro cuore”. Il nostro cuore, ha rilevato il Papa, cerca proprio una Verità che è Amore. La cerca il bambino come il giovane “bisognoso di trovare il senso profondo della propria vita”. La cercano l’uomo e la donna nella loro maturità e la persona anziana “per dare compimento all’esistenza terrena”. Al tempo stesso, afferma, “l’annuncio del Natale è luce anche per i popoli, per il cammino collettivo dell’umanità”. Il Regno di Dio, ha notato il Papa, “non è di questo mondo, eppure è più importante di tutti i regni di questo mondo. È come il lievito dell’umanità: se mancasse, verrebbe meno la forza che manda avanti il vero sviluppo: la spinta a collaborare per il bene comune, al servizio disinteressato del prossimo, alla lotta pacifica per la giustizia”. “Credere nel Dio che ha voluto condividere la nostra storia – ha proseguito – è un costante incoraggiamento ad impegnarsi in essa, anche in mezzo alle sue contraddizioni”. Natale è allora “motivo di speranza per tutti coloro la cui dignità è offesa e violata, perché Colui che è nato a Betlemme è venuto a liberare l’uomo dalla radice di ogni schiavitù”. “La luce del Natale risplenda nuovamente in quella Terra dove Gesù è nato e ispiri Israeliani e Palestinesi nel ricercare una convivenza giusta e pacifica. L’annuncio consolante della venuta dell’Emmanuele lenisca il dolore e consoli nelle prove le care comunità cristiane in Iraq e in tutto il Medio Oriente, donando loro conforto e speranza per il futuro ed animando i Responsabili delle Nazioni ad una fattiva solidarietà verso di esse. Ciò avvenga anche in favore di coloro che ad Haiti soffrono ancora per le conseguenze del devastante terremoto e della recente epidemia di colera”. Il Papa ha pregato anche per coloro che in Colombia, Venezuela, Guatemala e Costa Rica hanno subito le recenti calamità naturali. Ancora, ha invocato la pace e il rispetto dei diritti umani laddove sono violati: “La nascita del Salvatore apra prospettive di pace duratura e di autentico progresso alle popolazioni della Somalia, del Darfur e della Costa d’Avorio; promuova la stabilità politica e sociale del Madagascar; porti sicurezza e rispetto dei diritti umani in Afghanistan e in Pakistan; incoraggi il dialogo fra Nicaragua e Costa Rica; favorisca la riconciliazione nella Penisola Coreana”. Quindi, il Santo Padre ha rivolto il pensiero a quanti sono discriminati per la loro testimonianza evangelica. “La celebrazione della nascita del Redentore – è stato l’auspicio del Papa – rafforzi lo spirito di fede, di pazienza e di coraggio nei fedeli della Chiesa nella Cina continentale affinché non si perdano d’animo per le limitazioni alla loro libertà di religione e di coscienza e, perseverando nella fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa, mantengano viva la fiamma della speranza. L’amore del ‘Dio con noi’ doni perseveranza a tutte le comunità cristiane che soffrono discriminazione e persecuzione, ed ispiri i leader politici e religiosi ad impegnarsi per il pieno rispetto della libertà religiosa di tutti”. "Cari fratelli e sorelle - ha concluso -, "il Verbo si fece carne", è venuto ad abitare in mezzo a noi, è l’Emmanuele, il Dio che si è fatto a noi vicino. Contempliamo insieme questo grande mistero di amore, lasciamoci illuminare il cuore dalla luce che brilla nella grotta di Betlemme! Buon Natale a tutti!"
“Il Verbo si fece carne. La luce di questa verità si manifesta a chi la accoglie con fede, perché è un mistero d’amore. Solo quanti si aprono all’amore sono avvolti dalla luce del Natale. Così fu nella notte di Betlemme, e così è anche oggi”. “L’incarnazione del Figlio di Dio – ha aggiunto – è un avvenimento che è accaduto nella storia, ma nello stesso tempo la oltrepassa. Nella notte del mondo si accende una luce nuova, che si lascia vedere dagli occhi semplici della fede, dal cuore mite e umile di chi attende il Salvatore. Se la verità fosse solo una formula matematica, in un certo senso si imporrebbe da sé. Se invece la Verità è Amore, domanda la fede, il ‘sì’ del nostro cuore”. Il nostro cuore, ha rilevato il Papa, cerca proprio una Verità che è Amore. La cerca il bambino come il giovane “bisognoso di trovare il senso profondo della propria vita”. La cercano l’uomo e la donna nella loro maturità e la persona anziana “per dare compimento all’esistenza terrena”. Al tempo stesso, afferma, “l’annuncio del Natale è luce anche per i popoli, per il cammino collettivo dell’umanità”. Il Regno di Dio, ha notato il Papa, “non è di questo mondo, eppure è più importante di tutti i regni di questo mondo. È come il lievito dell’umanità: se mancasse, verrebbe meno la forza che manda avanti il vero sviluppo: la spinta a collaborare per il bene comune, al servizio disinteressato del prossimo, alla lotta pacifica per la giustizia”. “Credere nel Dio che ha voluto condividere la nostra storia – ha proseguito – è un costante incoraggiamento ad impegnarsi in essa, anche in mezzo alle sue contraddizioni”. Natale è allora “motivo di speranza per tutti coloro la cui dignità è offesa e violata, perché Colui che è nato a Betlemme è venuto a liberare l’uomo dalla radice di ogni schiavitù”. “La luce del Natale risplenda nuovamente in quella Terra dove Gesù è nato e ispiri Israeliani e Palestinesi nel ricercare una convivenza giusta e pacifica. L’annuncio consolante della venuta dell’Emmanuele lenisca il dolore e consoli nelle prove le care comunità cristiane in Iraq e in tutto il Medio Oriente, donando loro conforto e speranza per il futuro ed animando i Responsabili delle Nazioni ad una fattiva solidarietà verso di esse. Ciò avvenga anche in favore di coloro che ad Haiti soffrono ancora per le conseguenze del devastante terremoto e della recente epidemia di colera”. Il Papa ha pregato anche per coloro che in Colombia, Venezuela, Guatemala e Costa Rica hanno subito le recenti calamità naturali. Ancora, ha invocato la pace e il rispetto dei diritti umani laddove sono violati: “La nascita del Salvatore apra prospettive di pace duratura e di autentico progresso alle popolazioni della Somalia, del Darfur e della Costa d’Avorio; promuova la stabilità politica e sociale del Madagascar; porti sicurezza e rispetto dei diritti umani in Afghanistan e in Pakistan; incoraggi il dialogo fra Nicaragua e Costa Rica; favorisca la riconciliazione nella Penisola Coreana”. Quindi, il Santo Padre ha rivolto il pensiero a quanti sono discriminati per la loro testimonianza evangelica. “La celebrazione della nascita del Redentore – è stato l’auspicio del Papa – rafforzi lo spirito di fede, di pazienza e di coraggio nei fedeli della Chiesa nella Cina continentale affinché non si perdano d’animo per le limitazioni alla loro libertà di religione e di coscienza e, perseverando nella fedeltà a Cristo e alla sua Chiesa, mantengano viva la fiamma della speranza. L’amore del ‘Dio con noi’ doni perseveranza a tutte le comunità cristiane che soffrono discriminazione e persecuzione, ed ispiri i leader politici e religiosi ad impegnarsi per il pieno rispetto della libertà religiosa di tutti”. "Cari fratelli e sorelle - ha concluso -, "il Verbo si fece carne", è venuto ad abitare in mezzo a noi, è l’Emmanuele, il Dio che si è fatto a noi vicino. Contempliamo insieme questo grande mistero di amore, lasciamoci illuminare il cuore dalla luce che brilla nella grotta di Betlemme! Buon Natale a tutti!"
Radio Vaticana