SIR
lunedì 20 dicembre 2010
Vian: tornare a vedere ciò che davvero è reale e davvero conta, Dio e l'anima, riconoscendo che l'uomo è capace di verità che esige obbedienza
Il nostro è un “tempo di smarrimento e di angoscia che, nonostante speranze e possibilità, richiama quello della fine dell'impero romano, quando un mondo stava tramontando: un tempo schiacciato dall'impressione che il consenso morale si stia dissolvendo, un consenso senza il quale...le strutture giuridiche e politiche non funzionano”: lo scrive Giovanni Maria Vian, direttore de L’Osservatore Romano, nell’editoriale del numero in edicola questa sera con il titolo “Il futuro del mondo”. “Dell'anno che finisce il Pontefice ha ritenuto due aspetti principali – prosegue il direttore -, all'interno della Chiesa ma anche al suo esterno, nel mondo dove essa vive. Da una parte, la dimensione sconvolgente e inimmaginabile degli abusi contro i minori commessi da sacerdoti - che "sotto il manto del sacro feriscono profondamente la persona umana nella sua infanzia e le recano un danno per tutta la vita" - e, dall'altra, il crescere spaventoso della cristianofobia proprio nell'anno durante il quale si è celebrato il Sinodo delle Chiese del Medio Oriente”. Secondo Vian, “alla radice di tutto vi è la necessità - che per i cristiani è anche responsabilità - che si ritrovi quel "consenso morale di base" indicato da Alexis de Tocqueville. Solo così sarà possibile tornare a vedere ciò che davvero è reale e che davvero conta: Dio e l'anima, riconoscendo che l'uomo è capace di verità, e che la verità esige obbedienza”.