venerdì 18 febbraio 2011

Il Papa ad Aquileia e Venezia. Per la Messa a San Giuliano sorgerà una Basilica a cielo aperto. Da domenica collette nelle diocesi

Un enorme catino absidale, che richiama quelli delle Basiliche di Aquileia e di San Marco. Sarà l'elemento che più di tutti caratterizzerà il palco papale (foto) che verrà allestito nel parco di San Giuliano, a Mestre, quando Papa Benedetto celebrerà la Santa Messa, domenica 8 maggio alle ore 10.00, davanti a 150mila persone. Il progetto viene da Padova ed è firmato dall'architetto Stefano Bianchi, che ha messo molte volte a servizio della Liturgia le sue competenze professionali. Bisogna immaginarsi una Basilica a cielo aperto, affacciata sulla laguna più famosa del mondo; a far da sfondo il profilo di campanili, cupole, tetti di antiche case costruite sull'acqua – è la magia di Venezia – dai nostri progenitori. Perché una Basilica? Intanto perché Bianchi ha immaginato proprio una porta d'entrata allo spazio liturgico collocato sull'erba. Questo portale, alto una quindicina di metri, dalle forme semplici, “rinascimentali”, senza fronzoli, segnerà uno stacco dalla quotidianità e un ingresso nell'area riservata alla celebrazione. Sarà collocato all'incirca a fianco della collinetta presente nel parco. A voler richiamare le forme della Basilica, sia pure con l'accostamento di linee moderne ed essenziali, c'è anche l'area del palco che accoglierà il Papa, i vescovi e gli altri sacerdoti celebranti. Imponenti le dimensioni: nel progetto originale l'abside è alta 25 metri, come un palazzo di otto piani. Un'altezza che potrebbe essere un po' limata, per venire incontro a esigenze di budget e allo slogan “bello ma sobrio” che gli organizzatori si sono dati. "Ma senza snaturare il progetto – spiega il progettista – che ha nell'elevazione un elemento molto importante". Una cupola sopra l’ambone. Al centro del catino absidale sarà posta la sede papale, con ai lati le sedi dei vescovi; gli spazi per i presbiteri saranno su un livello sfalsato, per dare dinamicità alla composizione; i percorsi ministeriali metteranno in relazione le parti. L'altare centrale sarà coperto da un ciborio, una sorta di baldacchino, presente anche nella Basilica di San Marco. Sopra l'ambone si troverà invece una cupola, un altro elemento architettonico marciano. Sopra il palco è prevista una copertura rettangolare di 60 metri per 30, circa un terzo di un campo da calcio, retta da semplici pilastri. Sul lato destro, guardando la sede dei celebranti, si trova un altro palco, più piccolo, per ospitare il coro. Tutte queste strutture si troveranno nell'ampia area circolare, detta “tamburello”, più prossima al bordo lagunare del parco, circondata per tre quarti da un canneto. I fedeli nel “tamburello”. I fedeli troveranno posto davanti al palco, nella restante area del “tamburello”, nella parte pianeggiante che precede e sulla collinetta che si trova sul lato sinistro, secondo quanto già sperimentato nel corso delle edizioni dell'Heineken Jammin' Festival che qui si sono tenute. Il colpo d'occhio più bello, anzi, si avrà proprio dalle pendici di questa elevazione: parola di architetto.Il passaggio dal progetto preliminare al progetto esecutivo, cantierabile, ora spetta all'impresa che avrà l'incarico di realizzare l'opera, mentre Bianchi e il suo studio manterranno la “direzione artistica”, controllando che la parte ingegneristica rispetti i criteri ispiratori del progetto. E realizzeranno direttamente, attualmente è in fase di progetto, l'apparato liturgico e scenografico: l'altare, l'ambone, le sedi, il ciborio, le immagini iconografiche di abside e cupola, le torri per gli impianti audio e video.Bellezza e sobrietà. Quanto costerà? E' presto per dirlo. L'appalto non è stato ancora assegnato. E c'è chi, nella commissione apposita che segue la partita economica, sta facendo di tutto per tagliare sulle spese, riducendole all'osso. Bellezza sì, si diceva, ma anche sobrietà. Le parti strutturali, con ogni probabilità, saranno realizzate in elementi tubolari metallici, rivestiti da cartongesso, o legno o tessuti: materiali tipici delle scenografie, di cui si dovrà curare in particolare, vista l'installazione all'aperto, la resistenza all'acqua. Sui colori si vedrà, ma Bianchi pensa a colori tenui, se non un semplicissimo avorio. Anche le immagini dell'abside e della semicupola non sono ancora state scelte. Non saranno con ogni probabililtà una semplice riproposizione di mosaici esistenti nelle basiliche di Aquileia e di Venezia, ma il richiamo potrebbe essere quello. Si può prevedere che per realizzare i vari elementi e per allestire il palco ci voglia circa un mese di tempo. Solo all'ultimo i vari elementi saranno montati sul luogo. Per smontare il tutto sono da prevedere ancora da una settimana a dieci giorni di lavoro. E' da notare che, spiega l'arch. Stefano Bianchi, "la maggior parte del materiale è riciclabile e riutilizzabile: per parti, o per porzioni, può essere rimontata in modo diverso". Non si butta via niente, insomma. Secondo i canoni del bello e del sobrio, sì; e anche dell'opportuno riuso. Domenica 20 febbraio si terrà in alcune diocesi del Triveneto la colletta straordinaria nelle parrocchie in vista della visita di Benedetto XVI. Si tratta di Venezia, Chioggia, Concordia-Pordenone, Vicenza, Vittorio Veneto e Verona. Domenica 27 febbraio la colletta sarà poi effettuata nelle diocesi di Belluno-Feltre, Padova, Gorizia, Trieste, Bolzano-Bressanone. Le Chiese del Nordest propongono in tal modo a tutti i fedeli, e a chi lo vorrà, di contribuire, liberamente e ciascuno secondo le proprie possibilità, a sostenere le spese che inevitabilmente sono connesse all’accoglienza del Papa, che sarà sobria ed essenziale. Cominciano intanto a giungere, sul sito della visita www.ilpapaanordest.it, on line da una settimana, centinaia di adesioni per la Messa a San Giuliano. Prime, in assoluto, alcune persone di Rovigo, seguite a ruota da un gruppo (che riempirà un pullman) di San Michele al Tagliamento e una persona di Mestre. E poi altri gruppi di Treviso, Padova, Cadoneghe, Vigonza, Conegliano, Martellago, Este e anche di Lecco, solo per citare le località dei primi “aderenti”, gruppi o singoli. Arrivano anche le prime richieste di kit e seggiole.

Gente Veneta, Il Velino