lunedì 14 febbraio 2011

Santi Cirillo e Metodio. Il Magistero del Papa: i cristiani dell’Europa conservino e rinsaldono il legame tra Vangelo e rispettive identità culturali

La Chiesa festeggia oggi i Santi Cirillo e Metodio (foto), apostoli dell’Oriente cristiano, compatroni dell’Europa. Ai due fratelli evangelizzatori di Tessalonica, Benedetto XVI ha dedicato la catechesi di un’Udienza generale nel giugno del 2009 e diverse riflessioni, in particolare nelle udienze che ogni anno riserva, per la festa, alle delegazioni bulgara e macedone. Seguire l’esempio dei Santi Cirillo e Metodio, evangelizzatori infaticabili e antesignani dell’inculturazione del Vangelo è l’esortazione di Benedetto XVI, che ha più volte invitato l’Europa e in particolare i popoli slavi a rivitalizzare le radici cristiane del Vecchio Continente. Il Papa mette l’accento sulla missione innovativa dei fratelli di Tessalonica che, 1200 anni fa, annunciarono la Buona Novella presentandola con parole comprensibili alla popolazione della Grande Moravia: “Cirillo e Metodio erano convinti che i singoli popoli non potessero ritenere di aver ricevuto pienamente la Rivelazione finché non l’avessero udita nella propria lingua e letta nei caratteri propri del loro alfabeto” (Udienza generale, 17 giugno 2009).
Il Papa si sofferma sul metodo seguito dai Santi Cirillo e Metodio, sottolineando come abbiano ispirato e diffuso i principi dell’inculturazione del Vangelo, in particolare raccogliendo i dogmi cristiani in libri scritti in lingua slava: “In effetti, Cirillo e Metodio costituiscono un esempio classico di ciò che oggi si indica col termine 'inculturazione': ogni popolo deve calare nella propria cultura il messaggio rivelato ed esprimerne la verità salvifica con il linguaggio che gli è proprio. Questo suppone un lavoro di ‘traduzione’ molto impegnativo, perché richiede l’individuazione di termini adeguati a riproporre, senza tradirla, la ricchezza della Parola rivelata" (Udienza generale, 17 giugno 2009).
E’ quella offerta dai due Santi, rileva il Papa, una “testimonianza quanto mai significativa, alla quale la Chiesa guarda anche oggi per trarne ispirazione ed orientamento”. E ribadisce che ad animare i due evangelizzatori tra “sofferenze, privazioni e ostilità”, fu un’“invincibile speranza in Dio”. Una speranza che oggi è ancora particolarmente fruttuosa in Bulgaria: “Attraverso un’infaticabile opera di evangelizzazione, attuata con vero ardore apostolico, i Santi Cirillo e Metodio hanno provvidenzialmente radicato il cristianesimo nell’animo del Popolo bulgaro, così che esso è ancorato a quei valori evangelici, che sempre rafforzano l’identità e arricchiscono la cultura di una nazione” (Alla delegazione della Repubblica di Bulgaria, 22 maggio 2010).
Particolarmente legata a Cirillo e Metodio è anche la Macedonia alla quale il Papa chiede di conservare l’eredità spirituale dei suoi Santi Protettori: “Questi Santi Co-Patroni dell’Europa, ai quali voi con pieno diritto vi riferite, hanno tracciato un sentiero umano e spirituale, che fa della vostra Terra un luogo d’incontro tra diverse esigenze culturali e religiose. Il pacifico componimento delle aspirazioni dei popoli che vi abitano, proietta sul Continente europeo uno scenario di fattivo e fecondo confronto, al quale la Santa Sede guarda con favore” (Alla delegazione della ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia, 24 maggio 2007).
I Santi Cirillo e Metodio, ribadisce il Papa, incoraggiano i cristiani dell’Europa a “conservare e rinsaldare l’intrinseco legame che esiste tra il Vangelo” e le “rispettive identità culturali”: “Come discepoli del Signore, nel reciproco rispetto delle diverse tradizioni ecclesiali, siamo chiamati alla comune testimonianza della nostra fede in Gesù, nel nome del quale otteniamo la salvezza” (Alla delegazione della Repubblica di Bulgaria, 22 maggio 2010).

Radio Vaticana