sabato 26 marzo 2011

Domani la visita del Papa alle Fosse Ardeatine. Il card. Montezemolo: non può che commuovermi. Pagina di storia che ci ha lasciato un insegnamento

Domani mattina, alle ore 10.00, il Papa si recherà in visita alle Fosse Ardeatine per rendere omaggio alle vittime dell’eccidio del 24 marzo 1944. Un luogo, ricorda la Radio Vaticana, di "uno degli episodi più crudeli della seconda guerra mondiale". " E’ la prima volta che mi capita di andare alle Fosse Ardeatine al seguito di un Papa, dunque questa visita non può che commuovermi. Mi ricorderà il dolore, ma anche una pagina della storia che oramai è una pagina per tutti, non solo per noi familiari di quanti sono stati trucidati il 24 marzo del 1944. E’ una pagina della storia che ha un suo significato, è un ricordo, ma che ci ha lasciato anche un insegnamento", commenta il card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, figlio del comandante della Resistenza militare di Roma vittima con altri 334 prigionieri della Rappresaglia seguita all'attentato di via Rasella che costò la vita a 33 SS del “Polizeiregiment Bozen”. Tra gli uccisi, che erano tutti maschi, circa 75 ebrei detenuti in base all’ordine generale di rastrellamento e in attesa di essere avviati a un campo di concentramento, altri erano prigionieri politici presi dalle celle di Regina Coeli, altri da via Tasso, altri ancora rastrellati per strada e numerosi infine i detenuti per reati comuni, oltre a due ragazzi di 15 anni. "Ogni anno, ricordare questo giorno non è altro che ricordare il sacrificio di mio padre, sacrificio di cui mio padre era cosciente. Sapeva bene a cosa andava incontro quando aderì alla resistenza. Ha voluto farlo per il sentimento di fede che nutriva nei confronti della patria, per i valori in cui credeva e che con quel gesto ha ancora di più trasmesso a noi e a tutti", confida il cardinale. Insieme pregheranno in silenzio davanti a quella pietra tombale priva di retorica celebrativa ma ugualmente solenne ed espressiva del dramma dei 335 sarcofagi "compressi" dal peso dell'immensa lapide che "galleggia" metafisicamente a un metro da terra e copre con la sua ombra lo spazio scavato nella tortuosità delle cave tufacee collegate ad esso da un unico percorso che porta il visitatore dal luogo di sepoltura al luogo dell'eccidio: la cava principale che fu fatta saltare dai nazisti con la dinamite per cancellare per sempre il ricordo di quell'atto vergognoso. Benedetto XVI vi si reca invece per ricordarlo, accogliendo l'invito dell’Associazione nazionale delle Famiglie italiane dei Martiri caduti per la libertà della Patria che gli è stato rivolto in occasione del 67° anniversario dell'eccidio. “Io sono felicissima che venga il Santo Padre. Anche se lui ha una nazionalità universale, però sono felicissima della sua nazionalità tedesca, perché per me questo rappresenta un valore”, assicura la presidente dell'Anfim Rosina Stame. "Non è semplicemente un discorso rituale, perchè - ricorda la presidente dell'Anfim - abbiamo ricevuto la visita di altri due Papi. Ma è proprio un desiderio, una necessità direi, dei familiari dell'Associazione. Non possiamo permetterci lo sconforto, perchè dobbiamo passare il testimone, nel modo migliore. Anche perchè le Ardeatine hanno precorso i tempi, perchè racchiudono tutte le varie forme di diversità che, però, si sono intersecate e, addirittura, hanno costituito un denominatore comune, dal punto di vista civile, sociale, militare e religioso".