domenica 27 marzo 2011

La visita alla Fosse Ardeatine. Benedetto XVI depone una cesta di fiori davanti alla lapide, si inginocchia davanti alle tombe e recita il Salmo 23

Accogliendo l’invito dell’Associazione Nazionale tra le Famiglie Italiane dei Martiri caduti per la libertà della Patria, Benedetto XVI si è recato in visita privata al Sacrario delle Fosse Ardeatine, nel 67° anniversario dell’eccidio. Ad accogliere il Papa erano il card. Agostino Vallini, Vicario Generale per la diocesi di Roma, il card. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo, figlio del Colonnello Giuseppe Cordero Lanza di Montezemolo, caduto nella strage nazista del 24 marzo 1944 che fece 335 vittime, il gen. Vittorio Barbato, Commissario Generale per le Onoranze ai Caduti in guerra, il cap. Francesco Sardone, direttore del Mausoleo, Rosina Stame, presidente nazionale dell’A.N.F.I.M. e il rabbino capo della Comunità Ebraica di Roma, Riccardo Di Segni. Anche una folla composta, radunata nel piazzale antistante al Sacrario delle Fosse Ardeatine, ha salutato il Papa, che si è soffermato a lungo con queste persone, per un saluto, una parola, una stretta di mano ad una donna anziana, una carezza sul capo di un bambino. Deposto un cesto di fiori davanti alla lapide che ricorda l’eccidio, il Santo Padre ha attraversato le grotte e raggiunto l’interno del Sacrario, inginocchiandosi davanti alle tombe. Il Rabbino Capo di Roma, Riccardo Di Segni ha poi recitato in ebraico il salmo 129, il “De Profundis”, e Benedetto XVI ha recitato in italiano il Salmo 23, “Il Signore è il mio Pastore, non manco di nulla”. Il Papa si è poi soffermato davanti a tre tombe: quella del padre del card. Cordero Lanza di Montezemolo, quella di don Pietro Pappagallo, che collaborò intensamente alla lotta clandestina e si prodigò in soccorso di ebrei, antifascisti e perseguitati, e quella di Alberto Funaro, appartenente ad una famiglia ebrea che ha sofferto la perdita di due parenti alle Fosse Ardeatine e di altri venti ad Auschwitz. Uscendo dal Sacrario, lasciando la sua firma nel Libro dei visitatori illustri, il Papa ha aggiunto un verso del Salmo 23: “Non timebo, quia Tu mecum es” (Non temerò, perché Tu sei con me). Prima di congedarsi, sul piazzale antistante il Sacrario ha rivolto un saluto ai familiari delle vittime e a tutti i presenti.

Radio Vaticana