“La ‘piccola Teresa’ non ha mai smesso di aiutare le anime più semplici, i piccoli, i poveri e i sofferenti che la pregano, ma ha anche illuminato tutta la Chiesa con la sua profonda dottrina spirituale, a tal punto che il venerabile Papa Giovanni Paolo II, nel 1997, ha voluto darle il titolo di Dottore della Chiesa, in aggiunta a quello di Patrona delle Missioni, già attribuitole da Pio XI nel 1939”. “Il mio amato predecessore – ha ricordato il Papa - la definì ‘esperta della scientia amoris’. Questa scienza, che vede risplendere nell'amore tutta la verità della fede, Teresa la esprime principalmente nel racconto della sua vita, pubblicato un anno dopo la sua morte sotto il titolo di 'Storia di un'anima'”. Di qui l’invito “a riscoprire questo piccolo-grande tesoro, questo luminoso commento del Vangelo pienamente vissuto! La Storia di un'anima, infatti, è una meravigliosa storia d'amore, raccontata con una tale autenticità, semplicità e freschezza che il lettore non può non rimanerne affascinato!”. Ma qual è questo amore che ha riempito tutta la vita di Teresa, dall’infanzia fino alla morte? “Questo amore – ha chiarito il Pontefice - ha un volto, ha un nome, è Gesù! La Santa parla continuamente di Gesù”. Di grazia in grazia, Teresa arriva a scegliere il convento dopo aver scoperto la forza del suo amore per il Crocifisso, e la certezza che le sue preghiere non restano inascoltate, nemmeno quando implorano pietà per un criminale incallito, come le accade di fare a soli 14 anni. Ha osservato il Papa:“E' la sua prima e fondamentale esperienza di maternità spirituale: ‘Tanta fiducia avevo nella Misericordia Infinita di Gesù’, scrive. Con Maria Santissima, la giovane Teresa ama, crede e spera con ‘un cuore di madre’”. Adolescente e già madre spirituale. L’esperienza del chiostro comincia per lei a quindici anni, su dispensa di Leone XIII. Il giorno della professione religiosa, Teresa è una “sposa” di Cristo assolutamente raggiante. Il nome da religiosa di Teresa di Lisieux, suor Teresa di Gesù Bambino e del Volto Santo, ha precisato Benedetto XVI, “esprime il programma di tutta la sua vita, nella comunione ai misteri centrali dell'incarnazione e della redenzione”. Per Teresa “essere religiosa significa essere sposa di Gesù e madre delle anime”. Nel giorno della sua professione religiosa, “la Santa scrive una preghiera che indica tutto l'orientamento della sua vita: chiede a Gesù il dono del suo amore infinito, di essere la più piccola, e soprattutto chiede la salvezza di tutti gli uomini: ‘Che nessuna anima sia dannata oggi’”. Nel 1896 inizia la sua passione in unione profonda alla Passione di Gesù: “Si tratta – ha sottolineato il Papa - della passione del corpo, con la malattia che la condurrà alla morte attraverso grandi sofferenze, ma soprattutto si tratta della passione dell'anima, con una dolorosissima prova della fede. Con Maria accanto alla Croce di Gesù, Teresa vive allora la fede più eroica, come luce nelle tenebre che le invadono l’anima” perché “ha coscienza di vivere questa grande prova per la salvezza di tutti gli atei del mondo moderno, chiamati da lei ‘fratelli’. Vive allora ancora più intensamente l'amore fraterno” e “diventa veramente una ‘sorella universale’!”. In questo contesto di sofferenza, “la Santa porta a compimento la sua vocazione di essere l’amore nel cuore della Chiesa”. “Mio Dio, vi amo!” sono le ultime parole di Teresa di Lisieux, prima di morire il 30 settembre 1897. Nel ricordo di Benedetto XVI, “queste ultime parole della Santa sono la chiave di tutta la sua dottrina, della sua interpretazione del Vangelo. L'atto d'amore, espresso nel suo ultimo soffio, era come il continuo respiro della sua anima, come il battito del suo cuore”. “Anche noi con Santa Teresa di Gesù Bambino – ha affermato il Papa - dovremmo poter ripetere ogni giorno al Signore che vogliamo vivere di amore a Lui e agli altri, imparare alla scuola dei santi ad amare in modo autentico e totale. Teresa è uno dei ‘piccoli’ del Vangelo che si lasciano condurre da Dio nelle profondità del suo mistero. Una guida per tutti, soprattutto per coloro che, nel Popolo di Dio, svolgono il ministero di teologi”. “Con l'umiltà e la carità, la fede e la speranza – ha aggiunto -, Teresa entra continuamente nel cuore della Sacra Scrittura che racchiude il mistero di Cristo. E tale lettura della Bibbia, nutrita dalla scienza dell’amore, non si oppone alla scienza accademica. La scienza dei santi, infatti, di cui lei stessa parla nell'ultima pagina della Storia di un'anima, è la scienza più alta”. Inseparabile dal Vangelo, “l'Eucaristia è per Teresa il sacramento dell'amore divino che si abbassa all'estremo per innalzarci fino a Lui”. “Nel Vangelo Teresa scopre soprattutto la misericordia di Gesù”, ha spiegato Benedetto XVI. “Fiducia e amore” sono “il punto finale del racconto della sua vita, due parole che come fari hanno illuminato tutto il suo cammino di santità, per poter guidare gli altri sulla stessa sua ‘piccola via di fiducia e di amore’, dell’infanzia spirituale”. “Fiducia – ha aggiunto ancora il Pontefice - come quella del bambino che si abbandona nelle mani di Dio, inseparabile dall'impegno forte, radicale del vero amore, che è dono totale di sé, per sempre, come dice la Santa contemplando Maria: ‘Amare è dare tutto, e dare se stesso’”. “Così – ha concluso il Santo Padre - Teresa indica a tutti noi che la vita cristiana consiste nel vivere pienamente la grazia del battesimo nel dono totale di sé all'amore del Padre, per vivere come Cristo, nel fuoco dello Spirito Santo, il Suo stesso amore per tutti gli altri”.
SIR, Radio Vaticana
L’UDIENZA GENERALE - il testo integrale della catechesi e dei saluti del Papa