Questa mattina, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico Vaticano, Papa Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
In apertura del suo discorso Benedetto XVI ha affermato che “quando lo scorso 28 giugno...annunciai di voler istituire un dicastero per la promozione della nuova evangelizzazione, davo uno sbocco operativo alla riflessione che avevo condotto da lungo tempo sulla necessità di offrire una risposta particolare al momento di crisi della vita cristiana, che si sta verificando in tanti Paesi, soprattutto di antica tradizione cristiana. Oggi, con questo incontro, posso costatare con piacere che il nuovo Pontificio Consiglio è diventato una realtà”. Nel ringraziare il presidente del nuovo organismo, l’arcivescovo mons. Salvatore Fisichella, il Papa ha ricordato che la XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi, in programma nell’ottobre 2012, affronterà proprio il tema “Nuova evangelizzazione e trasmissione della fede cristiana”. “Il termine ‘nuova evangelizzazione’ richiama l’esigenza di una rinnovata modalità di annuncio, soprattutto per coloro che vivono in un contesto, come quello attuale, in cui gli sviluppi della secolarizzazione hanno lasciato pesanti tracce anche in Paesi di tradizione cristiana”. “Il Vangelo - ha continuato il Pontefice - è il sempre nuovo annuncio della salvezza operata da Cristo per rendere l’umanità partecipe del mistero di Dio e della sua vita di amore e aprirla ad un futuro di speranza affidabile e forte. Sottolineare che in questo momento della storia la Chiesa è chiamata a compiere una nuova evangelizzazione, vuol dire intensificare l’azione missionaria per corrispondere pienamente al mandato del Signore”. “Il Concilio Vaticano II - ha proseguito - ricordava che ‘i gruppi in mezzo ai quali la Chiesa si trova, spesso, per varie ragioni, cambiano radicalmente, così che possono scaturire situazioni del tutto nuove’. Con sguardo lungimirante, i Padri conciliari videro all’orizzonte il cambiamento culturale che oggi è facilmente verificabile”. Il Papa ha poi notato che “proprio questa mutata situazione, che ha creato una condizione inaspettata per i credenti, richiede una particolare attenzione per l’annuncio del Vangelo”, in quanto “la crisi che si sperimenta porta con sé i tratti dell’esclusione di Dio dalla vita delle persone, di una generalizzata indifferenza nei confronti della stessa fede cristiana, fino al tentativo di marginalizzarla dalla vita pubblica”. Mentre nei decenni passati era ancora possibile “ritrovare un generale senso cristiano che unificava il comune sentire di intere generazioni”, oggi si assiste al dramma della frammentarietà, che non consente di avere più un riferimento unificante: “Inoltre, si verifica spesso il fenomeno di persone che desiderano appartenere alla Chiesa, ma sono fortemente plasmate da una visione della vita in contrasto con la fede”. “Annunciare Gesù Cristo unico Salvatore del mondo, oggi appare più complesso che nel passato”. Ma il nostro compito, ha sottolineato il Santo Padre, è lo stesso degli albori della nostra storia: “La missione non è mutata, così come non devono mutare l’entusiasmo e il coraggio che mossero gli Apostoli e i primi discepoli. Lo Spirito Santo che li spinse ad aprire le porte del cenacolo, costituendoli evangelizzatori, è lo stesso Spirito che muove oggi la Chiesa per un rinnovato annuncio di speranza agli uomini del nostro tempo”. Per convincere l’uomo contemporaneo, spesso “distratto e insensibile”, ha aggiunto il Papa, c’è bisogno di “nuovi evangelizzatori” e di un “rinnovato vigore” per rendere maggiormente efficace l’annuncio della salvezza: “Anche in chi resta legato alle radici cristiane, ma vive il difficile rapporto con la modernità, è importante far comprendere che l’essere cristiano non è una specie di abito da vestire in privato o in particolari occasioni, ma è qualcosa di vivo e totalizzante, capace di assumere tutto ciò che di buono vi è nella modernità”. L’urgenza per un rinnovato annuncio non può prescindere dalla formazione per le nuove generazioni. Lo stile di vita dei credenti ha anche bisogno di “una genuina credibilità, tanto più convincente quanto più drammatica è la condizione di coloro a cui si rivolgono”. E’ mediante la sua condotta, ha concluso il Pontefice ricordando le parole di Papa Paolo VI, che la Chiesa evangelizzerà il mondo, vale a dire mediante “la sua testimonianza vissuta di fedeltà al Signore Gesù, di povertà e di distacco, di libertà di fronte ai poteri di questo mondo, in una parola, di santità”.
SIR, Radio Vaticana
UDIENZA AI PARTECIPANTI ALLA PLENARIA DEL PONTIFICIO CONSIGLIO PER LA PROMOZIONE DELLA NUOVA EVANGELIZZAZIONE - il testo integrale del discorso del Papa