"Si sono verificati rilevanti mutamenti sul piano normativo ed istituzionale che hanno ridisegnato il contesto entro cui occorre valutare la permanenza o meno delle ragioni poste a base del decreto". Scrivono così il procuratore aggiunto Nello Rossi e il pm Stefano Rocco Fava nel decreto che revoca il sequestro preventivo dei 23 milioni di euro dello Ior il 17 settembre scorso. Nell'inchiesta sono indagati il presidente dell'Istituto per le Opere di Religione, Ettore Gotti Tedeschi, e il direttore generale, Paolo Cipriani. L'accusa è di alcune omissioni in relazione alla normativa antiriciclaggio. Il gip, in dicembre, aveva confermato il sequestro. Secondo quanto spiegano gli inquirenti nel documento i fondi dello Ior verranno "ricollocati" nella "identica situazione nella quale si trovavano 'prima' delle disposizioni impartite dallo Ior in data 6 settembre 2010 alla Banca Credito Artigiano di eseguire due bonifici, il primo di 3 milioni di euro verso Banca del Fucino ed il secondo di 20 milioni verso JP Morgan Frankfurt, disposizioni che per le modalità con cui erano state impartite e per le omissioni informative che le caratterizzavano sono state ritenute riconducibili alle fattispecie di cui ai commi 2 e 3 dell'articolo 55 del D.Lgs. n. 231 del 2007 e non hanno avuto effettivo seguito per effetto del sequestro preventivo". I "rilevanti mutamenti" intervenuti sono "in primo luogo" il fatto che il 30 dicembre 2010 è "stata emanata e pubblicata dallo Stato della Città del Vaticano la 'Legge concernente la prevenzione il contrasto del riciclaggio dei proventi di attività criminose e del finanziamento del terrorismo' che da un lato ha introdotto dettagliate disposizioni penali in materia di riciclaggio (Capo II e Capo III), misure per prevenire il finanziamento del terrorismo e per attuare il congelamento dei fondi e delle risorse economiche (Capo IV)". Inoltre sono stati previsti "obblighi di adeguata verifica (Capo V), obblighi di registrazione e conservazione e di segnalazione (Capo VI e Capo VII) e dall'altro ha istituito l'Autorità di informazione finanziaria (A.I.F.) con compiti di prevenzione e contrasto del riciclaggio e di scambio 'a condizioni di reciprocità' di informazioni in materia di operazioni sospette 'con Autorità di altri Stati che perseguono le medesime finalità di prevenzione e contrasto del riciclaggio". La nuova normativa varata dal Vaticano è stata accompagnata, secondo i pubblici ministeri romani, da una Lettera Apostolica in forma di 'Motu Proprio' del Pontefice "per la prevenzione e il contrasto di attività illegali in campo finanziario e monetario". Questo atto ha costituito da una parte l'Aif e dall'altra ha stabilito che questa autorità "eserciti i suoi compiti nei confronti dei Dicasteri della Curia Romana e di tutti gli Organismi ed Enti dipendenti della Santa Sede, tra cui rientra lo Ior, svolgenti le attività di natura economico-finanziaria analiticamente descritte nell'articolo 2 della legge CXXVII e che è stato corredato dallo Statuto l'Autorità di Informazione finanziaria". Rispetto al futuro di quei 23 milioni di euro che erano stati sequestrati ed a quale condotta lo Ior dovrà attenersi, i pm ricordano che la Banca d'Italia, con una lettera del 18 maggio scorso, ha informato la Procura di Roma che "in una comunicazione di recente indirizzata all'intero sistema bancario, essa ha ribadito 'che la normativa antiriciclaggio nel frattempo emanata dallo Stato della Città del Vaticano non modifica il regime applicabile allo Ior, quale banca insediata in uno stato extracomunitario a regime riciclaggio non equivalente'". L'inchiesta che vede indagati Gotti Tedeschi e Cipriani potrebbe chiudere entro l'estate. Secondo quanto si è appreso a piazzale Clodio, dopo la decisione di dissequestrare i 23 milioni di euro dello Ior, in seguito ad una istanza dei difensori, le verifiche proseguiranno. Intanto, anche grazie alla collaborazione dell'istituto del Vaticano una operazione di spostamento fondi, nei mesi scorsi, ha dato il via ad alcuni accertamenti della Guardia di finanza, nucleo speciale di polizia valutaria. Quello è stato uno dei segnali per cui i magistrati ritengono che i "mutamenti" normativi e istituzionali intervenuti, possano di fatto cambiare in meglio, e di molto, i rapporti.
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