sabato 6 agosto 2011

GMG 2011-Il Papa a Madrid. Le meditazioni della Via Crucis per le vie della città sulle sofferenze degli uomini dalla mancanza di lavoro ai genocidi

Nel programma della Giornata Mondiale della Gioventù c’è una tappa che è sempre molto attesa dai giovani: la Via Crucis. Ogni nazione che ha ospitato questo evento ha dato alla pia pratica che ricorda la passione di Gesù una caratteristica culturale locale con un profondo senso religioso. Basta ricordare, una per tutti, la Via Crucis della GMG di Roma 2000 al Colosseo con la riflessione sui martiri del XX secolo. Non è da meno Madrid 2011 che ha scelto le meravigliose opere d’arte delle processioni del Venerdì Santo. Ognuna delle stazioni è rappresentata da un carro della Settimana Santa spagnola, impreziosite da antichi gruppi scultorei dell'arte spagnola degli ultimi quattro secoli, di incalcolabile valore artistico e devozionale. Parrocchie e confraternite di tutto il Paese hanno cedute generosamente per questo rito i carri, che mostrano diversi modi in cui la Settimana Santa viene celebrata nel Paese; come la fede si è fatta arte in Spagna. Così l’Ultima cena viene da Murcia, il Bacio di Giuda da Málaga, il Tradimento di San Pietro da Orihuela (Alicante), Gesù condannato a morte e Gesù caricato della Croce da Madrid, Gesù cade sotto il peso della Croce da Úbeda (Jaén), Il Cireneo aiuta a portare la Croce da León, La Veronica asciuga il volto di Gesù da Jerez de la Frontera; Gesù spogliato delle vesti da Granada, Gesù inchiodato sulla Croce da Zamora, Gesù muore sulla Croce da Málaga, La deposizione da Cuenca, Gesù nelle braccia di sua madre da Valladolid, Gesù è posto nel sepolcro da Segovia, e un ultimo particolare quadro della Madonna addolorata da Sevilla. Significative in questa GMG 2011 le meditazioni sulla Via della Croce, composte dalle Hermanas de la Cruz, le suore figlie di Angela de la Cruz, Santa dal 2003 e beatificata a Sevilla da Giovanni Paolo II nel 1982. Una congregazione fondata nel 1875 che prosegue anche oggi il servizio ai più poveri. Nell’omelia della Beatificazione Giovanni Paolo II tracciò così la personalità della Santa: “Ella si chiamava Angela della Croce. Come se volesse dire che, secondo le parole di Cristo, ha preso la sua croce per seguirlo La nuova Beata comprese perfettamente questa scienza della croce e la espose alle sue figlie con un’espressione plastica di grande forza. Ella immagina che sul Calvario esista, accanto al Signore inchiodato alla croce, un’altra croce “alla stessa altezza, non a destra o a sinistra, ma di fronte e molto vicino”. Questa croce vuota la vogliono occupare suor Angela e le sue sorelle, che desiderano “vedersi crocifisse di fronte al Signore”, con “povertà, distacco e santa umiltà”. Unite al sacrificio di Cristo, suor Angela e le sue sorelle potranno realizzare la testimonianza dell’amore ai bisognosi”. Da questa spiritualità nascono le meditazioni che il 19 agosto seguiranno centinaia di migliaia di giovani guidati dal Papa. Si riflette sulla necessità della pace, per la unità dei cristiani, per coloro che vengono traditi, per chi soffre per le lotte fratricide, per le vittime innocenti delle guerre, per la difesa della vita. Ad esempio nella stazione del rinnegamento di Pietro: “Con lo sguardo a Pietro il Signore ha posato il suoi occhi sui cristiani che si vergognano della propria fede...ai quali manca il coraggio per difendere la vita dal suo inizio fino al suo termine naturale”. E ancora si prega per gli immigrati e coloro che lavorano senza dignità: “Cristo ha fatto sua la stanchezza e la disperazione di coloro che non trovano lavoro così come degli immigrati che ricevono offerte di lavoro indegne o disumane, che soffrono per il razzismo o muoiono nel tentativo di avere una vita più giusta e degna”. Nella sesta stazione la riflessione è su coloro che “cadono senza forza vittime dell’alcol, della droga, e di altri vizi che rendono schiavi, perchè appogiandosi a Cristo che si soccorre possano rialzarsi”. E si parla della sofferenza di coloro che sono stati “sfigurati dai regimi atei che distruggono la persona e li privano della dignità”. La nona stazione, Gesù spogliato dalle vesti, è una accorata riflessione sulla dignità e l’intimità di cui l’essere umano viene spogliato tragicamente. “Gesù condivide la sofferenza delle vittime dei genocidi umani, quando l’uomo si scatena con brutale violenza, nelle violazioni e gli abusi sessuali, nei crimini contro bambini e adulti. Quante persone denudate della loro dignità e della loro innocenza, delle loro fiducia nell’uomo!”. La croce sarà portata da giovani del Ruanda e del Burundi. E la riflessione mariana nella XIII stazione è per il dolore dei genitori che hanno perso i figli per la fame mentre società opulente inghiottite dal drago del consumismo, dalla perversione materialista, sprofondano nel nichilismo del vuoto della loro vita”. I dolori e i peccati del mondo che Gesù carica su se stesso con la croce trovano però conforto anche attraverso i buoni samaritani che “in ogni angolo della terra appaiono per condividere le conseguenze dei disastri naturali: terremoti, uragani, maremoti”. In questa stazione saranno i giovani di Haiti e del Giappone a portare la croce. Un corteo di ragazzi porterà la Croce della GMG da un gruppo scultoreo all'altro, mentre vengono recitate meditazioni. Il corteo è composto da due fiaccole per ogni Confraternità e da dieci giovani di diversa provenienza. Parteciperanno anche, grazie a un permesso concesso dalle Autorità carcerarie di Madrid, alcuni giovani detenuti di un carcere nella periferia di Madrid. Il Santo Padre, dopo aver pronunciato la preghiera Introduttiva, dal palco allestito in Plaza de Cibeles seguirà lo svolgimento della Via Crucis, che partendo da Plaza de Cibeles si snoderà lungo il Paseo de Recoletos per poi concludersi in Plaza de Colón. Al termine, il Papa pronuncia il discorso e presiede l'ultima preghiera dedicata alla Madonna.

Angela Ambrogetti, Il Portone di Bronzo