giovedì 10 novembre 2011

Il Papa: la famiglia per sua vocazione offre un servizio meraviglioso e fondamentale per il bene comune della società e per la missione della Chiesa

“La famiglia, nata da un patto di amore e dedizione totale e sincera tra un uomo e una donna all’interno del matrimonio, non è una realtà privata, chiusa in se stessa” ma “per vocazione propria offre un servizio meraviglioso e fondamentale per il bene comune della società e per la missione della Chiesa”. È un passaggio del messaggio di Benedetto XVI per il II Congresso Nazionale della Famiglia in Ecuador, che si tiene dal 9 al 12 novembre nelle città di Quito, Guayaquill, Portoviejo e Tean y Loja sul tema "Famiglia, lavoro e festa – La famiglia ecuadoriana in missione: il lavoro e la festa al servizio della persona umana". Il Papa ha salutato “con affetto” i pastori e i fedeli della Chiesa ecuadoriana che, nel contesto della Missione Continentale, auspicata ad Aparecida dall’Episcopato latino-americano e dei Caraibi, in preparazione al VII Incontro Mondiale delle Famiglie in programma a Milano nel 2012, si sono proposti di effettuare una riflessione sul Vangelo “che permetta alle coppie sposate e alle famiglie cristiane di rispondere alla propria identità, vocazione e missione”. Il Santo Padre ricorda che “la società non è una mera somma di individui ma il risultato delle relazioni tra persone, uomini e donne, genitori e figli, fratelli, che si sviluppano nella vita familiare e nei legami di affetto che da essa derivano”; pertanto “ogni famiglia consegna alla società, attraverso i suoi figli, la ricchezza umana che ha vissuto” e “con ragione si può affermare che la salute e la qualità dei rapporti familiari dipendono dalla salute e dalla qualità delle stesse relazioni sociali”. In questo senso, prosegue il Papa, “il lavoro e la festa” sono profondamente collegati “alla vita delle famiglie: condizionano le loro scelte, influiscono nelle relazioni tra coniugi e tra genitori e figli, incidono nei legami della famiglia con la società e la Chiesa”. Attraverso il lavoro, precisa Benedetto XVI, “l'uomo sperimenta se stesso come soggetto, partecipe del progetto creatore di Dio”. E allora “la mancanza di lavoro e la precarietà dello stesso vanno contro la dignità dell'uomo, creando non solo situazioni di ingiustizia e di povertà, che spesso degenerano in disperazione, criminalità e violenza, ma anche crisi di identità nelle persone”. Per il Papa è quindi “urgente” che si prendano “misure efficaci” che permettano di trovare percorsi affinché “tutti abbiano un lavoro dignitoso, stabile e ben remunerato, attraverso il quale santificarsi e partecipare attivamente allo sviluppo della società, coniugando un’attività lavorativa intensa e responsabile con i tempi appropriati ad una ricca, feconda e armoniosa vita familiare”. Inoltre, aggiunge il Pontefice, “un ambiente familiare sereno e costruttivo” è “la prima scuola di lavoro e lo spazio più indicato affinché la persona scopra le sue potenzialità, accresca il personale desiderio di eccellere e dia seguito alle più nobili aspirazioni”. Infine, conclude il Papa, la festa “umanizza il tempo aprendo all’incontro con Dio, con gli altri e con la natura”; così, “le famiglie hanno bisogno di recuperare il senso genuino della festa, specialmente la domenica, giorno del Signore e dell'uomo”. “Nella celebrazione eucaristica domenicale la famiglia sperimenta qui ed ora la presenza reale del Signore Risorto, riceve vita nuova, accoglie il dono dello Spirito, incrementa il proprio amore verso la Chiesa, ascolta la Parola di Dio, condivide il Pane eucaristico e si apre all’amore fraterno”, ha osservato il Papa. Ribadendo la propria “vicinanza e cordialità” agli ecuadoriani, il Papa ha affidato i frutti di questo congresso “alla potente intercessione di Nostra Signora della Presentazione del Quince, patrona celeste dell’Ecuador” e ha impartito a tutti i partecipanti la benedizione apostolica.

SIR, Zenit

Messaggio in occasione del II Congresso Nazionale della Famiglia [Ecuador, 9-12 novembre 2011] (1° novembre 2011)