giovedì 19 febbraio 2009

Il Papa in Terra Santa. Speranze di concludere i dialoghi Santa Sede-Israele prima dell'arrivo di Benedetto XVI

La "Commissione bilaterale permanente di lavoro tra la Santa Sede e lo Stato di Israele" si è riunita ieri mercoledì, 18 febbraio, presso la sede del ministero degli Affari esteri di Israele, per proseguire nei negoziati miranti alla firma di un accordo, che confermi lo statuto fiscale della Chiesa Cattolica in Israele, e che provveda alla salvaguardia delle sue proprietà, specie quelle sacre, nonché alla restituzione di quelle perse nel corso degli anni. Questi negoziati sono stati avviati l'11 marzo 1999. Il convoglio di autovetture con targhe diplomatiche, con a bordo i negoziatori della Santa Sede, è arrivato alla sede del Ministero poco prima delle 10 del mattino, e se ne è allontanato di nuovo poco prima delle 13.00. I negoziatori vaticani non si sono concessi alla stampa, ma assieme a quelli dello Stato israeliano, hanno parlato per mezzo di un "Comunicato congiunto". Sebbene la riunione sia stata piuttosto breve, il "Comunicato congiunto" afferma che vi è stato effettivo "progresso" nelle trattative, e non si limita alle sole parole di rito (che pure ripete) sul "clima di grande cordialità" e sul "condiviso impegno di raggiungere l'accordo al più presto possibile". Secondo osservatori, in tal modo si alimenta la speranza di ulteriore progresso ancora prima che arrivi Papa Benedetto XVI, atteso come pellegrino di Terra Santa nel prossimo mese di maggio.