giovedì 19 febbraio 2009

L'agenzia 'SIR': la Chiesa non è una somma di no. Bisogna costruire la laicità positiva affermata da Benedetto XVI

La "linea della Chiesa non è, come pure qualcuno vorrebbe con intenti ideologici, una somma di 'no', non è una semplice chiusura alla 'modernità', vera o presunta". Lo afferma il SIR, nella nota settimanale intitolata "Chiesa e biopolitica". "Ormai superata l'idea che il destino della modernità sia la secolarizzazione - sottolinea il SIR - la linea della Chiesa muove appunto dalla grande questione della modernità, che è la questione dell'uomo". Per l'agenzia di informazione della CEI, "la posta in gioco è cruciale. Le decisioni legislative sulla biopolitica infatti avranno delle implicazioni essenziali nei prossimi decenni qui in Occidente e nelle relazioni dell'Occidente con il resto del mondo. Il rischio - prosegue - è non avere la consapevolezza piena delle implicazioni delle scelte, che peraltro già in diversi Paesi sono state fatte". "Ora, ancora una volta - afferma il SIR - l'uomo, la persona è in discussione. Da un lato si tenta di affermare la convinzione che 'l'uomo sia integralmente riconducibile all'universo fisico', dall'altro, sul piano giuridico ed etico, l'assunto fondamentale è quello della 'libertà individuale', per cui 'tutto è relativo al soggetto'. Benedetto XVI ha più volte denunciato la 'dittatura del relativismo', che poggia appunto su questi due presupposti. Ma non c'è solo la denuncia: quel che più conta - conclude il SIR - è la completa, radicale disponibilità della Chiesa, a partire proprio dal Papa, e dai cattolici a partecipare a pieno titolo al grande dibattito contemporaneo sul futuro, sugli sviluppi delle civiltà, alla radice del quale c'è la 'questione antropologica'. Si tratta di costruire un dibattito 'laico', quella laicità 'sana', 'positiva', affermata da Benedetto XVI in molti contesti. E' la convinzione, in particolare di fronte alle tante emergenze di oggi e di domani, che l'affermazione dell'autonomia della persona e dell'indipendenza dello Stato non siano incompatibili con le fondamentali istanze etiche del 'senso religioso'. Può essere questa anzi la risorsa di speranza e di senso, di cui tanti giustamente sono alla ricerca".