mercoledì 1 aprile 2009

Il Papa: la crisi nasce nel venir meno dell'etica nella finanza. Garantire le famiglie e i lavoratori e far si che l'Africa non ne sia la vittima

Le crisi finanziarie "scattano nel momento in cui, anche a causa del venir meno di un corretto comportamento etico, manca la fiducia degli agenti economici negli strumenti e nei sistemi finanziari. Tuttavia, la finanza, il commercio e i sistemi di produzione sono creazioni umane contingenti che, quando diventano oggetto di fiducia cieca, portano in se stesse la radice del loro fallimento": lo afferma il Papa, in una lettera al premier britannico Gordon Brown (nella foto con Benedetto XVI) in occasione del G20 di Londra. "L'unico fondamento vero e solido è la fiducia nell'uomo", aggiunge Benedetto XVI. "Perciò tutte le misure proposte per arginare la crisi devono cercare, in ultima analisi, di offrire sicurezza alle famiglie e stabilità ai lavoratori e di ripristinare, tramite opportune regole e controlli, l'etica nelle finanze". Papa Benedetto XVI ha espresso ''l'apprezzamento della Chiesa cattolica, e mio personale, per i nobili obiettivi dell'incontro, fondati sulla convinzione, condivisa da tutti i governi partecipanti e della organizzazioni internazionali, che la via per uscire dalla crisi possa essere trovata solo insieme, evitando soluzioni segnate dall'egoismo nazionalistico e dal protezionismo''. Il Pontefice lamenta però come l'Africa sub-sahariana sia rappresentata solo da uno Stato e da alcune organizzazioni regionali e invita il G20 a fare in modo che i Paesi in via di sviluppo, soprattutto in Africa ma anche nel resto del mondo, non diventino le ''vittime'' di tagli ai fondi per gli aiuti internazionali e per la cancellazione del debito. La crisi economica "ha fatto emergere lo spettro della cancellazione o della drastica riduzione dei programmi di assistenza esterna, specialmente per l'Africa e per i paesi meno sviluppati in tutto il mondo", scrive il Papa. "L'aiuto allo sviluppo, comprese le condizioni commerciali e finanziarie favorevoli ai paesi meno sviluppati e la cancellazione del debito estero ai paesi più indebitati e più poveri, non è stato la causa della crisi - aggiunge Benedetto XVI nella missiva - e, per motivi di fondamentale giustizia, non ne deve essere la vittima".
Il premier britannico Gordon Brown rassicura il Papa che il summit del G20 a Londra non dimenticherà i poveri e i cambiamenti climatici. "Ho tratto ispirazione dalla nostra discussione", scrive Brown, in riferimento ad un incontro che si è svolto di recente in Vaticano, nella missiva di risposta, "per raddoppiare i miei sforzi al fine di assicurare che il summit del G20 non dimentichi i poveri e il cambiamento climatico". "E' di vitale importanza che i paesi ricchi mantengano le loro promesse sull'aiuto, anche in questi tempi duri", scrive, più specificamente, Brown. Che aggiunge: "Spero che il G20 aiuterà anche a creare slancio per le nodali discussioni di Copenhagen sul clima e sosterrà imposizioni basse sull'inquinamento da carbonio. Sono impegnato a fare tutto il possibile per assicurare una transizione ad un futuro più verde". Infine, "dobbiamo concordare misure decise per regolare meglio le banche e gli 'hedge funds' ed assicurare che sia regolato anche il sistema creditizio non ufficiale". Quanto alla richiesta di Benedetto XVI di dare maggiore rappresentanza all'Africa nei consessi internazionali, Brown concorda e sottolinea che il summit di Londra è stato già "esteso al di là i membri tradizionali del G20".
La lettera di Papa Ratzinger e la relativa risposta di Brown sono state diffuse oggi pomeriggio dalla Sala Stampa vaticana.